Pink Floyd, la storia vista attraverso le copertine degli album

Pink Floyd, la storia vista attraverso le copertine degli album

La copertina di Endless River è già icona. Riprodotta in versione enorme in 10 città in giro per il mondo, una versione di 500 metri quadrati avvolge un palazzo storico a Milano in via Turati, è opera dell’artista digitale egiziano Ahmed Emad Eldin, pescato per caso in rete ha visto una sua opera rieditata dall’agenzia inglese Stylorouge. Lo stile ricorda in tutto e per tutto quello di Storm Thorgerson e del suo studio Hipgnosis, autore della maggior parte delle copertine dei Pink Floyd. Storm non avrebbe potuto firmare questo epitaffio, è scomparso nel 2013.

Ma è storia, le copertine dei Pink Floyd sono sempre state parte integrante della loro mitologia. Sin dal 1967. Esattamente come per i Beatles, o forse di più, sono stati scritti decine di articoli per interpretare i segnali lasciati sulle cover dei dischi. Non pretendo dunque di dire nulla di nuovo. Ma un excursus riassuntivo per celebrare questa settimana di attesa del nuovo disco ci sta.

 

The piper at the gates of down

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E partiamo proprio dal 1967. La copertina dell’esordio discografico dei Pink Floyd, The piper at the gates of down mostra già i prodromi di una storia da raccontare. La foto di copertina ed il particolare disegno del retro sono opera di Vic Singh, che per il retro riprese un disegno di Syd Barret. Il gruppo si vede sdoppiato, triplicato, sia davanti che dietro al disco. Come a dire che le anime sono e saranno molte. Un bel caleidoscopio di colori e immagini

 

A saucerful of secret

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Ma è con il secondo disco A saucerful of secret, che lo studio Hipgnosis fa il suo ingresso nella storia della band britannica. La copertina è un collage di 13 immagini, foto dello stesso Thorgerson e alcuni frammenti presi del fumetto basato sul Dottor Strange. Ampolle, segni zodiacali, pianteti. Sulla maniera in cui è scritto il nome del gruppo partono le prime interpretazioni. La copertina infatti riporta la scritta: y d pinkfloyd p. Si tratta solo della ripetizione del nome o è altro? Secondo gli studiosi si tratta di un omaggio a Barret, basta aggiungere una S all inizio per avere la scritta Syd… tanta fantascienza nelle immagini.

 

More

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Nulla di particolare per More, colonna sonora dell’omonimo film. Sempre opera di Hipgnosis è solo un fotogramma del film iper carico di colori e saturazione. Bella comunque.

 

Ummagumma

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Con Ummagumma le cose si fanno ancora più complesse. La copertina è una messe di riferimenti e immagini. Intanto varia da paese a paese, tre diverse immagini a seconda che il disco sia quello inglese, americano o canadese. La foto del retro mostra tutta la strumentazione del gruppo stesa sulla pista dell’aeroporto di Biggin Hill, nel Kent, i due ritratti sono l’ingegnere del suono Peter Watts e il responsabile stage Allan Styles. Il frontale è spettacolare. La foto si ripete nello specchio ma i membri del gruppo cambiano posizione. La versione britannica mostra la copertina del musical Gigi, che nelle versioni di altri paesi scompare. Salvo riapparire per le ristampe degli anni ’90. Le foto interne mostrano i membri del grippo in diversi momenti. Ma alcune foto non saranno mai più riportate sulle ristampe. Ad esempio nessuna versione Cd contiene, stampata nel libretto, la fotografia della prima moglie di Roger Waters, che è invece contenuta nella versione in vinile.

 

Atom heart mother

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Con Atom heart mother entriamo nella leggenda. Sulla copertina solo la mitica mucca frisona Lulubelle III. Una cover ispirata niente meno che a Andy Warhol. Tutti allora puntavano su copertine spaziali, di impatto e la foto di una mucca che guardava dagli scaffali dei dischi, senza scritte senza nulla, fu uno shock. Costo della copertina? Trenta sterline. Il funzionario della EMI quando gli venne mostrata disse: “volete rovinare questa casa discografica”, come spesso succede ai funzionari delle case discografiche si sbagliava di brutto. Una curiosità, la copertina compare nel film Tragedia di un uomo ridicolo di Bernardo Bertolucci.

 

Meddle

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Particolare ravvicinato di orecchio umano con acqua. Eppure la copertina di Meddle disegna perfettamente lo spirito sospeso e atmosferico del disco. Sempre opera di Hipgnosis.

 

Obscured by Clouds

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Di Obscured by Clouds forse, dico forse, si salva solo la copertina. Disco e immagini sono il picco più basso della carriera del gruppo. Ma si tratta solo della colonna sonora del film La Vallee, chi l’ha mai visto?

 

Dark side of the moon

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Cosa si può dire del prisma di Dark Side of the moon, abbiamo già pubblicato tempo fa uno studio iconografico solo su questa copertina. Una immagine semplicissima che è diventata forse la copertina più famosa della storia del rock. Ancora una volta la Emi non gradiva non avere il nome del gruppo in copertina, come era accaduto per i dischi precedenti. Ma la totale liberta contrattale dei Punk Floyd era risaputa.

Il prisma che rifrange e scompone la luce vuole rappresentare tre elementi che distinguono la filosifia della band: illuminazione, testi e audacia seppur semplice. Il fascio scomposto ha sei colori e esclude l’indaco da quelli tradizionali dell’arcobaleno. Più volte la casa discografica fece mettere un adesivo col nome del gruppo sulla copertina, o fece stampare il nome. Ma con le ristampe tutto è tornato al suo posto. Esistono decine di versioni e reinterpretazioni della copertina. Ad esempio quella dell’uscita in Super Audio CD opera di vari disegnatori. Si tratta di una fotografia di una vetrata costruita per riprodurre la figura del progetto originale.

 

Wish You Were

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Mille riferimenti anche per la copertina di Wish You Were Here pubblicato con una confezione particolarissima. Innanzi tutto il disco usciti in una busta di cellophane nero con un adesivo che raffigurava la stretta di mano delle di due mani robotiche. Ma quella non è la copertina. Dentro la busta ci sta quella vera con la foto dei due uomini d’affari che si stringono la mano mentre uno di loro ha preso fuoco. La fotografia fu scattata ai Warner Bros. Studios di Los Angeles.

 

Animals

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Mitica anche la copertina di Animals rappresenta una famosa centrale elettrica londinese, la Battersea Power Station, tra le cui ciminiere fluttua un gigantesco maiale, soprannominato Algie, chiaro riferimento a Pigs on the Wing la canzone che apre e chiude l’album. Epica la storia della foto session con il maiale che vola libero per un problema sui cieli di Londra e l’emanazione di un comunicato a cura dell’ente inglese del controllo aereo per avvertire i piloti di che cosa avrebbero potuto vedere sopra i cieli londinesi.

 

 

The Wall

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Semplice ma di impatto quella di The Wall, non opera di Thorgerson, un semplice un muro formato da mattoni bianchi contornati di nero, icona immediata anch’essa. Così come il carattere speciale che viene utilizzato per il nome del gruppo e i testi. Icona immediata. La calligrafia è quella di Gerald Scarfe, autore anche dei cartoni animati del film.

 

The final cut

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Per The Final cut i Pink Floyd, oramai dominati da Waters abbandonarono lo studio di Thorgerson. La copertina è una simbologia della guerra e dell’antimilitarismo di Waters. In alto mostra la sezione di un papavero, che in UK è simbolo della Giornata del Ricordo. I quattro nastrini sono decorazioni militari: Distinguished Flying Cross, 1939-1945 Star, Africa Star e Defence Medal.

 

Momentary Lapse of Reason

A Momentary Lapse of Reason

Con A Momentary Lapse of Reason si torna alle iper produzioni di Storm Thorgerson che torna per la prima volta da Animals. Un incredibile foto scattata piazzando centinaia di letti sulla spiaggia di Saunton Sands nel Devon, dispendio notevole ma copertina splendida.

 

The division bells

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Thorgerson firma anche la copertina dell’ultimo fino ad ora disco di studio dei Pink Floyd, datato 1994, ispirata a quella del libro del matematico statunitense Norbert Wiener The Human Use of Human Beings. Vi si vedono due enormi teste metalliche e al centro la cattedrale di Ely. Le statue furono posizionate in modo da fronteggiarsi vicine l’una verso l’altra, e le fotografò di profilo, per dare l’illusione che non solo si guardassero negli occhi ma anche che parlassero tra di loro, formando inoltre una terza faccia agli occhi dell’osservatore se viste frontalmente. Posizionate da Keith Breeden, e costruite da John Robertson. Tra le mille curiosità delle varie edizioni sulla custodia della prima stampa in cd il nome del gruppo era scritto in braille e i numeri di pagina in varie lungue.

 

 

Altro… raccolte e live

 

Relics

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Per la raccolta Relics si utilizzò un incredibile disegno del batterista Nick Mason, una sorta di macchinario che unisce in se decine di strumenti. Per la versione remaster del disco Thorgerson ha realizzato una versione tridimensionale dello strumento, tuttora in possesso dello stesso Mason. Il disegno fu fatto nel 1971. Ma la versione americana invece metteva asieme quattro occhi e una lingua.

 

A nice pair

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Si tratta dei primi due dischi usciti in un unico doppio vinile. Ma la copertina è stupenda. Un collage di 36 immagini sempre dello studio di Thorgerson che avrebbero tutte potuto essere singole copertine. Per una coppia carina, a nice pair, si intende due tette…

 

A Collection of Great Dance Songs album cover

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Immagine di impatto anche per la inutile raccolta, oramai fuori catalogo, A Collection of Great Dance Songs, due ballerini con dei tiranti in un campo in autunno.

 

Works

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Operazione commerciale e copertina commerciale. Bella ma centra poco con la poetica del gruppo.

 

 

Delicate Sound of Thunder

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Si ricorda più la copertina che il disco per questo doppio live dell’epoca Gilmoriana. Un ragazzo con un vestito di lampadine. Bella, non la migliore di Storm Thorgerson.

 

 

Pulse

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La copertina di Pulse, doppio live, è ricordata soprattutto per il led a pile incorporato nella versione digipack che si illuminava a intermittenza ogni 3 secondi per anni. Idea geniale. Per il resto atmosfere spaziali.

 

Is There Anybody Out There

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Sul live che riporta un concerto della tournée di The wall del 1980 ci sono le quattro maschere che riproducevano i volti dei Pink Floyd indossate dalla surrogate band all’inizio dello show.

 

Echoes

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Tutta basata sulle citazioni delle altre copertine quella della raccolta Echoes. Ci sono l’uomo in fiamme di Wish You Were Here, un maiale e una mucca per Animals e Atom Heart Mother, l’uomo con l’abito di lampadine del live Delicate Sound of Thunder, le maschere dei volti del gruppo di Is There Anybody Out There?: The Wall Live 1980-1981, mattoni e martelli per The Wall, una bici che ricorda Bike da The Piper at the Gates of Dawn, un ascia per Careful with That Axe, Eugene e tanti altri ancora… Scoprirteli tutti.

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