Futuro a rischio per la Rete Bibliotecaria Cremonese, non ci sono più fondi

Futuro a rischio per la Rete Bibliotecaria Cremonese, non ci sono più fondi

Rischia di essere l’ennesima vittima di una riforma mal concepita e peggio attuata. Anche la Rete Bibliotecaria Cremonese è infatti alle prese con le conseguenze della legge Delrio sulla riforma delle Province. Al punto da rischiare la chiusura.

La Rete Cremonese nasce nel 2013 dalla fusione tra il Sistema bibliotecario Casalasco/Cremonese e quello Cremasco. In seguito allarga i suoi confini e avvia una proficua collaborazione con l’omonima realtà bresciana. Nel complesso, la Rete Cremonese e Bresciana collabora con qualcosa come 250 biblioteche spalmate sulle due province e conta su un catalogo di oltre 3 milioni di documenti, 650 mila dei quali conferiti dalle biblioteche della provincia di Cremona.

Tra le sue attività, la catalogazione degli acquisti delle biblioteche aderenti e l’erogazione del prestito interbibliotecario. Non solo: dal 2014 è attivo il progetto “Media Library On-line”, piattaforma web che mette a disposizione materiale informativo, letture e file audio agli utenti. Attraverso la Rete, infine, è possibile l’apertura di nuove biblioteche anche in piccoli Comuni.

CONTRIBUTI A RISCHIO – Ebbene, questo patrimonio è seriamente a rischio sopravvivenza. A darne conferma è Pierguido Asinari, presidente della Rete Bibliotecaria Cremonese nonché sindaco di San Giovanni in Croce. «La rete – dice – subisce le conseguenze dei tagli imposti dal Governo. Tagli che minano la sopravvivenza stessa del progetto».

Il bilancio della Rete Bibliotecaria è infatti alimentato da due voci d’entrata. La prima  è quella che deriva dai contributi dei 103 Comuni aderenti al progetto, tra i quali il Comune di Cremona (attenzione, però: la Biblioteca di Palazzo Affaitati è statale e non ha nulla a che vedere col progetto). Metà del bilancio è coperta invece dai trasferimenti che arrivano dalla Regione.

«È qui che ci sono forti problemispiega Asinari –, sulle risorse cosiddette “fiscalizzate” che le Regioni trasferiscono alle Province. La riforma delle Province sta creando problemi su tutti i fronti, con tagli ai trasferimenti». Tra i “danni collaterali”, c’è appunto la Rete Bibliotecaria. «Questi fondi consentono al progetto di sopravvivere – dice ancora Asinari – e programmare attività che vanno al di là del semplice prestito».

Quale futuro allora? «Abbiamo già incontrato il presidente della Provincia – conclude Asinari – e si è dimostrato molto sensibile su questo problema. Ci ha dato garanzie per quanto riguarda la parte che compete alla Provincia. Resta però l’incognita dei contributi da Stato e Regioni, e su questo fronte davvero non sappiamo cosa ci attende».

Per la prossima settimana è in programma un nuovo incontro con la Provincia, nel tentativo di salvare una realtà che, sebbene in questi anni abbia dimostrato di funzionare, rischia ora di cadere vittima della riforma che i sindacati hanno efficacemente ribattezzato “Delirio”.

LA SCHEDA – Nata nel 2013, la Rete Bibliotecaria Cremonese ha tra i suoi punti di forza la gestione del prestito interbibliotecario, ossia la costituzione di un catalogo unico per tutte le biblioteche affiliate, che permetta ai 3 milioni di documenti di circolare liberamente. Con un esempio: sono un utente della biblioteca di Cremona e cerco un libro che nella mia biblioteca non c’è?

Grazie al catalogo e al prestito della Rete, nel giro di pochi giorni il libro arriverà alla mia biblioteca. Inoltre, la Rete si occupa anche della catalogazione delle novità delle varie novità acquistate dalle biblioteche e fa parte delle realtà che hanno dato vita a “Media Library On-line”, il servizio nazionale che permette l’accesso agli iscritti (è sufficiente la tessera sanitaria regionale), a milioni di file multimediali: ebook, mp3, abbonamenti a giornali nazionali e internazionali, filmati e altro ancora.

Federico Centenari – Emanuele Mandelli

in collaborazione con www.artventuno.it

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