La giornalista gastronomica cremasca Roberta Schira ieri ha condiviso sul suo seguito profilo Facebook un articolo del sito gastronomico Scatti di Gusto che parla del tortello cremasco. Precisamente l’articolo, a firma di Daniela Ferrando, titola: Il vero Tortello Cremasco si fa solo con la ricetta della Confraternita. In che senso scusate?
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Di Tortelli Cremaschi diversi ce ne sono tanti quante le persone che li preparano. Ma la Confraternita, che è nata nel 2015 e si è data un Gran Maestro come Roberta Schira, cremasca, giornalista e scrittrice gourmet, ne difende l’identità e l’autenticità con una codificazione rigorosa degli ingredienti e dei procedimenti. E ne assicura il godimento con un nutrito calendario di conviviali sul territorio.
L’avevamo già detto che quelli della Confraternita avevano annunciato questa cosa. Ora, siccome ieri ero in vena di scassare le palle ho lasciato sulla bacheca della Schira un commento, invero un po’ acidino:
Trovo una piccola eresia cercare di codificare il tortello cremasco. Ogni paese, ogni famiglia, ogni zona di Crema, ha la sua ricetta ed è quella definitiva. Mi ricordo una stupenda diatriba in piazza Garibaldi tra quelli adl di qua e al di là del ponte del Serio. La bellezza, e la debolezza, del nostro piatto è che non ha una disciplinare per la sua produzione e che quindi non sarà mai un prodotto Dop, Igp o al limite Stg.
Poco dopo gentilmente la giornalista mi ha risposto:
Hai ragione, talmente ragione che, sorry, è un po’ banale dire che ci sono mille varianti, ovvio. Ma come saprai, una vera Confraternita con tanto di atto notarile ha il compito di preservare e codificare la tradizione senza impedire a ciascuno di raccontare e fare la sua versione.
Quindi la ricetta del Tortello della Confraternita è stato depositato dal Notaio. Giusta o non giusta questa decisione? Boh, a me lascia un po’ perplesso. Chi ha deciso che la ricetta della Confraternita è quella che più rispetta la tradizione? Sono sicuro che ogni nonna e ogni mamma di Crema e del cremasco avrebbero da ridire qualcosa su ingredienti e metodo. Ed è sempre stato estremamente divertente seguire le mitiche battaglie tra paesi, feste e sagre, su chi fa il tortello più buono.
Visto che non serve questa cosa qua notarile ad ottenere un marchio, che allora si potrebbe portare il nostro ad avere un lustro e un riconoscimento. Il Tortello di Zucca mantovano, verso cui da sempre soffriamo una rivalità e uno spirito di competizione, ci ha surclassato, visto che è tra i 203 prodotti Lombardi ad avere la Pat, ovvero il marchio di prodotto agroalimentare tradizionale italiano. Quindi la cosa interessante sarebbe al limite trovare il modo di fare entrare il tortello cremasco in questa cosa qua. Depositarne la ricetta dal notaio da parte di una confraternita boh. Mi sembra che lasci il tempo che trova.
Emanuele Mandelli