Fino adesso della vicenda San Domenico ne abbiamo parlato pubblicando integralmente comunicati e interventi, nel nostro stile, senza tagliare nulla. Le parole con cui Fausto Lazzari ha annunciato il suo no al bilancio, e le susseguenti dimissioni, la richiesta di dimissioni di Strada avanzata dal M5s, l’ironia di Agazzi, gli 11 punti di Baronio contro Bellodi e le considerazioni delle minoranze sulle dimissioni di Lazzari.
Vorremmo partire da qua. Beretta e soci dicono: ma non è che le dimissioni di Lazzari sono preludio alla campagna di Rifondazione contro la Bonaldi per rifarsi una verginità e andare da soli alle elezioni? Sul quotidiano La Provincia in realtà è apparso un pezzo in cui il capogruppo di Rifondazione Renato Stanghellini da una parte getta acqua sul fuoco e dall’altra aizza la polemica. Perché di fatto dice che Lazzari ha fatto tutto da solo senza consultare i compagni di partito. Come al solito Renato avrebbe mediato, anche se non nasconde la sua irritazione per sta cosa.
Qui vorrei iniziare a fare delle domande e delle considerazioni. Lazzari, lo vorrei ricordare, è anche il direttore del periodico di rifondazione @Sinistra che, l’avevamo detto, pare essere un po’ la pietra angolare della nuova direzione dei rifondaroli. Dietro ci sta la longa manus del grande vecchio Beppe Bettenzoli, ma ci scrivono quelli della nuova leva di cui spesso abbiamo parlato: Rocco Albano, Andrea Serena… Bettenzoli si era dimesso da consigliere comunale, ufficialmente con la dichiarata intenzione di inseguire la presidenza della Fondazione Benefattori, ufficiosamente forse perché era della corrente “scendiamo dal carro Bonaldi”. Subito seguito da Lottaroli.
Stanghellini rappresenta l’anima moderata e possibilista, quella del anche nel 2017 rimaniamo con la Stefy. Che era stata dichiarata in un’altra intervista su La Provincia. In realtà in via Cremona non sono così d’accordo, come al solito. Tanto è vero che al congresso cittadino del prossimo mese ci vanno con tre mozioni. Da quello che sappiamo, non le abbiamo lette, una possibilista del rimaniamo sulla linea dettata dal 2012, una incentrata sulla nuova verginità e una ancor più eretica ed estremista.
“Noi onoriamo i mostri impegni fino a maggio”, non è una dichiarazione ufficiale di Stanghe, ma una affermazione di piazza e di corridoio. Ma dicevamo delle dimissioni del buon Lazzari che a sto punto non si capisce se sia pedina culturale e sociale della nuova rifo o scheggia impazzita, tipo l’abbiamo scelto per la direzione del giornale perché è un giornalista e non ne avevamo a disposizione e nel CdA del San Domenico ci è finito “per caso”.
Che dietro, o a fianco, dei nuovi giovani ci sia più che altro Bettenzoli e quella parte del partito credo sia confermato anche dall’intenzione di fare una lista provinciale per le elezioni in provincia. Una bella lista mediatica che coinvolge anche Antonio Grassi da Casale, il sindaco più mediatico e attivo sul territorio. Una idea che ci dicono non è piaciuta a tutti in via Cremona, per qualcuno sembra essere una dispersione di tempo.
Quindi. Casino San Domenico, elezioni provinciali, campagna elettorale verso il 2017 e convegno. I rifondaroli sono al centro della vita politica cremasca, e dell’attenzione mediatica. Sussu è da sempre del parere che i giochi sono fatti, scherzoso Patto della polenta a parte, più un gioco da cena e da sabato. Indubbio un partito che ha espresso il 5 per cento nel 2012 e che nel 2017 se va bene esprimerà altrettanto a fare da ago della bilancia. Madonna mi ricorda i socialisti di Craxi pre tangentopoli. Piccoli ma determinanti.
Molto più del resto delle forze della sinistra radicale cremasca, che forse non esistono più. Di certo lo sfregio al CdA del San Domenico sarà ancora una notizia determinante, anche perché adesso bisogna vedere chi ci metterà l’amministrazione al posto di Lazzari. Come diciamo spesso… ne riparleremo (e attendiamo l’analisi meno cazzara della nostra dell’Inviato che di solito in ste cose ci si ficca)
Emanuele Mandelli