Troppo tardi. Per ritrovare l’unità non è bastato precisare, (come correttamente ha fatto, prima dell’inizio della conta, il sindaco di Castelleone, Pietro Fiori) che varchi sono uno degli strumenti e non lo strumento per antonomasia, taumaturgico che risolve il problema della sicurezza del territorio. Insomma ammettere che i varchi sono utilissimi, ma non la panacea che cura tutti i mali, non è servito per evitare la spaccatura.

Era stato scritto QUI che insistere mantra  ‘varchi uguale sicurezza garantita’ e chi non salta cattivo è, non portava da nessuna parte e così si stato. Undici sindaci non hanno saltato e almeno cinque hanno fatto un saltino, pronti a stare piantati per terra se il progetto definitivo non conterrà alcune condizioni precise da loro indicate. Dunque si giri e si meni la polenta come si vuole, ma è innegabile che il Cremasco sia diviso e la coesione una pia aspirazione. Chi sostiene il contrario legge male la realtà. E sia detto senza esitazione e a voce altissima: la rottura non è da imputare ai dissidenti del progetto varchi, ma a coloro che hanno voluto la conta.

Lo iato è figlio di coloro che si sono incaponiti ad andare alla conta su un proposta presentata quindici mesi fa e modificata tre volte QUI. E’ figlio di coloro che si sono impuntati a rispondere in maniera non esaustiva a domande inerenti dubbi le contraddizioni nella gestione dell’operazione e formulate da sindaci non avvezzi ad acquistare a scatola chiusa? E’ figlio di coloro che si sono intestarditi sulla necessità improrogabile di realizzare il progetto entro la primavera del prossimo anno. Che fretta c’era, maledetta primavera: Loretta Goggi se la memoria non inganna.

E anche sul finanziamenti dell’intervento è necessario essere chiari: i comuni che non hanno aderito al progetto non pagano. In una società i soci possono, ma non è obbligatorio, essere chiamati dal consiglio di amministrazione a decidere su un investimento o meno e la maggioranza correttamente scegli sì o no. La società dovrà attenersi a questa decisione. Predisporrà il progetto e lo finanzierà o con risorse proprie, se le ha, o procurandosele con gli strumenti che la finanza mette a disposizione. Non può però imporre ai soci di intervenire direttamente per sostenere l’investimento deliberato. Ha la facoltà di invitare i soci a partecipare all’investimento attraverso le forme previste dalla legge, ma l’adesione alla proposta è, comunque, facoltativa. Tornando ai varchi: se un comune non sta nel progetto per quale motivo dovrebbe pagarlo? In caso contrario, perchè chiedere un parere? Lapalissiano.

E spiace sinceramente, che il sindaco di Crema, Stefania Bonaldi abbia ricordato ai dissidenti che possono benissimo uscire dalla società. Potrebbe essere un’idea da prendere in considerazione. Ma non è in questo il modo migliore per conquistare la leadership e l’autorevolezza necessarie per guidare il Cremasco.

Antonio Grassi

I documenti:

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