Ogni opinione è  legittima e rispettabilissima  e quindi nulla da eccepire sul fatto che Albatros, gruppo culturale di Spino d’Adda, abbia espresso la propria. Ma, appunto, poiché è un’opinione e non la legge incisa sulle famose tavole, sia concesso di dissentire e di contestare alcune affermazioni contenute nel documento che l’associazione ha divulgato su in forma parziale su La provincia di ieri e in quella integrale su Crema New.

Punto uno.  Nella seconda riga del documento Albatros  afferma che il Cremasco è un’area «in cui non è mai stato possibile riconoscere una forma di aggregazione Circondariale, attuabile sino a tutto il 2010, oppure creare una assemblea politica capace di fare sintesi al suo interno per potere interfacciare le istituzioni esterne».  Il Consorzio Intercomunale cremasco, citato nel testo poche righe dopo,  che cos’era? Risale al  maggio del 1962, parto di trenta sindaci. All’assemblea, indetta dal sindaco di Crema, Giacomo Cabrini, era presente Ennio Zelioli Lanzini, allora vice presidente del senato e, successivamente, presidente.

Punto due. Albatros sostiene che le diapositive proiettate durante la presentazione in anteprima dello lavoro commissionate dall’Area omogenea allo studio Vitale-Novello-Zane  sono le stesse di un lavoro del 2006 realizzato dal medesimo studio Vitale-Novello-Zane. I membri di Albatros quella sera o non erano presenti in sala  o dormivano. Tertium non datur. O, forse, esiste  una terza ipotesi, ma non è elegante esporla. Le diapositive in questione erano recentissime e la documentazione  tanto abbondante da procurare ai presenti uno stordimento da overdose dì informazione.  Ancora più curioso è il fatto che Albatros indica nel documento integrale come  sede della citata presentazione  il palazzo comunale di Crema, mentre nell’estratto apparso sulla Provincia la sala museale.  Ma quale palazzo comunale e quale museo: Sala Pietro da Cemmo del Sant’Agostino. E già che ci siamo, visto che se quelli di Albatros se la tirano manco fossero degli scienziati del Mit, prassi vuole che se si cita qualcosa si indichi non solo il luogo esatto, ma anche la data, cosa che non compare nel documento in questione. Era la sera del 14 giugno. O Albatros non era presente o dormiva. O… E segnalato questo si potrebbe chiudere il discorso, ma proseguiamo.

Punto tre. L’ipotesi area vasta Crema-Lodi non starebbe in piedi, secondo Albatros perche non si fanno spezzatini, ma aggregazioni, scelta imposta dalla spending review. Dimostrazione, secondo Albatros?  Diamine le aggregazioni per le Ats.  Ok, per coerenza e logica, secondo il ragionamento di Albatros l’Ospedale di Crema, strappato a Mantova, sarebbe una sciocchezza? Ma, per cortesia.

Punto quattro. Il documento   sostiene che l’Area vasta Crema-Lodi sia una manovra di Crema la quale «quasi a riprendersi un ruolo guida per il territorio annuncia un’aggregazione tutta sua». Suvvia, non scherziamo. Quelli di Albatros non c’erano proprio nella sala Pietro da Cemmo. O dormivano. O…In quell’occasione furono proiettate, oltre alle slide dello studio  Vitale-Novello-Zane, anche quelle che illustravano il percorso effettuato dai sindaci cremaschi per giungere alla conclusione della necessità dell’area vasta Crema-Lodi. Già o non c’erano o dormivano. O… Ma si, fermiamoci qua. Basta e avanza.

Coordinamento sindaci Area omogenea

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