Zombi rock, storie di morti in musica Plin-plin, Syd Barret e le allucinazioni

Zombi rock, storie di morti in musica Plin-plin, Syd Barret e le allucinazioni

“E’ il 23 dicembre del 1966. Londra è in subbuglio in questi giorni. Stasera apre finalmente il nuovo locale. Si chiama UFO. Siamo qui tutti per suonare e per rendere omaggio al nuovo movimento psichedelico che sta nascendo. Hippy e
sballati sono tutti in fila di fuori per entrare. Dentro ci sono gia i Soft Machine al gran completo, membri sparsi dei Love. Poi ecco scorgo alcuni dei Bonzo Dog
che stanno scambiando consigli con alcuni degli Apostolic Invention. Qui davanti ho la mia scorta di LSD. Mischio del Mandrax con della brillantina.. parte del composto la ingoio e parte del composto me la spalmo in testa. Tra poco io, Nick, Roger e Rick stupiremo tutti questi dannati fricchettoni. Lo spettacolo che ho messo su con Dave Cannot metterà tutti a ko. Luci e liquido altro che la stonzata che Marc Boyle ha inventato per i Soft Machine.. se ne è dovuto andare fino alle Baleari per partorire. Io sono Roger Keith… detto Syd… e vi stenderò tutti..”

E notte fonda quando il gruppo sale sul palco, la maggior parte dei presenti è da parecchio in stato catatonico profondo. I fumi degli show e quelli delle droghe formano una pesante cortina di densa e spessa apparenza. I quattro allampanati personaggi vestiti in antiche fogge vittoriane attaccano i jack degli strumenti agli amplificatori. Un esplosione di colori e di suono attorciglia gli astanti. Il riff di Interstellar Overdrive è rabbioso e depredante. La miscela di Mandrax e brillantina che cola dal cranio di Syd rende il suo allucinato volto una maschera che difficilmente i vivi dimenticheranno.

Le scariche virulente di suoni spaziali sono razzianti… spogliano alla gente ogni residua sensazione. “Non vedo nulla davanti a me, solo la chitarra e questa stupida camicia vittoriana che si impiglia nella Stratocaster… Per liberare il bordo della blusa dalla chitarra do violenti strattoni che interagiscono con il suono. Interstellar overdrive diventa sempre più lunga e sconvolta. Sono angosciato e in preda alla brama ma allo stesso tempo sgomentato… Stiamo suonando da dio… Sto suonando da dio .. Sono Dio.”

Le smorfie di Roger sono mostruose, si flette sul basso sembrache lo voglia spezzare. Già si notano gli occhi abbagliati dalla sconsideratezza che daranno vita al capolavoro murato e murario. Nick pesta i tamburi come un ossesso, il sudore sgronda sulla maglietta rosa con farfalla. Rick fa emettere alle tastiere suoni agghiaccianti e sapiente mente chimerici. Tutto l’UFO è immobile. Emily e Arnold corrono sul palco.

“Lo stomaco formicola l’acido si concentra nelle capacità extrasensoriali. Sono Syd il cappellaio matto. Sono matto. Sono Dio. Le mie creature sconvolgera no il mondo”

Echo-box e larsen usati con consapevole follia danno al suono della chitarra di Syd i connotati della genialità. Quando l’alba arriva Londra è colta quasi di sorpresa. Stanchi e perduti sporchi e vaganti se ne vanno i visionari. Domani è natale.. Tra sei anni i Pink Floyd sforneranno Dark side of the moon. Syd Barret per allora sarà gia relegato in una casa di periferia vivendo grasso con la madre. Morirà solo e dimenticato nella sua casa di Cambridge il 7 luglio del 2006.

Nome: Syd Barret
Uk
(1946 - 2006)
Formazioni:
Pink Floyd
Discografia:
The piper at the gates...
The madcap laught
Barret
Opel
Tratto dal libro Zombi rock di Emanuele Mandelli
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