Su uno dei cartelli con le sue pretenziose citazioni appariva scritto “questo è il posto dove tutto accade”, in realtà alla fine al netto delle polemiche è accaduto ben poco. Hanno chiuso in calando i due mesi della Ribolution. Hanno chiuso senza i clamori di luglio, dopo un agosto a quasi zero eventi e con parecchie sere di totale chiusura. Era Oscar Wilde che diceva: “parlatene male, purché se ne parli”, qualcun altro diceva, “molti nemici molto onore”. Alla fine se si tolgono le polemiche per la modalità di attuazione dell’evento in cui Sussurrandom è stato in prima fila di questo esperimento così tanto voluto da parte dell’amministrazione rimarrà ben poco. A me rimane una considerazione. Beppe Riboli sta invecchiando e non conosce più la sua città (QUI l’intervista che ci rilasciò).
Crema non è più la città nottambula di 20 anni fa. Sono i bar degli aperitivi snob a dettare la strada adesso, e la città di sera vive dalle 19 alle 22, poi ritirata. In giro ci sono i 20enni degli anni ’90 che adesso hanno 40 e passa anni, mogli e figli, e di tirare la mezza per vedere iniziare la serata non hanno un cazzo di voglia. Anzi sono quelli che rientrano a casa e si lamentano se qualcuno sotto le finestre tiene la radio accesa. Altro che, citando gli Afterhours, “non si esce vivi dagli anni ‘80”. Non siamo usciti vivi dagli anni ’90. Nel senso che nei luoghi che frequentavo a 20 anni ci vado ancora adesso e ci sono le stesse facce di 20 anni fa. Solo con qualche chilo in più e abitudini diverse.
Per la Ribolution arriverà anche un bilancio. Sono pronto a scommettere che il buon Riboli dirà che è stato un successo, un trionfo, una grande idea. Il bilancio economico magari se avremo i dati cercheremo di ricostruirlo. Certo dei mille eventi promessi si è visto ben poco. Le noiose, e anche un po’ imbarazzanti per la pochezza dei contenuti, interviste doppie ai politici nostrani che parlano già così tanto sui giornali che farli parlare ancora magari serviva un’idea (se si fosse guardato le nostre interviste da 15 minuti agari avrebbe avuto qualche spunto su come rendere frizzante un’intervista: preparazione e velocità).
Invece le coppie Bonaldi – Vailati, Cabini – Ancorotti, Piloni – Alloni sono state davvero soporifere. E il fatto che i presenti fossero quasi tutti amici o addetti ai lavori avvalla la cosa. Del concerto dei Motel Connection abbiamo parlato molto, polemiche e una gestione tutta personale dell’evento, risultato: flop. Idem per i mercatini domenicali. I dj set che iniziavano alle 23.30 delle prime serate subito stoppati dai vicini che giustamente vogliono dormire. Rimane giusto la serata con Omar Pedrini a prendere una stiracchiata sufficienza. Anche il concerto acustico dei nostri amici Overdremas ha visto una presenza davvero sparuta di gente, 30/40 persone al massimo.
Avesse organizzato una serie di aperitivi musicali un po’ snob, ben confezionati, facendo lavorare i tanti artisti locali che hanno cose da dire, facendo una comunicazione come si deve, allestendo il posto un po’ meno a mo’ di centro sociale un po’ più a salotto, portando un programma serio, sarebbe stato un successo. Ma si sa siamo tutti CT della nazionale da bar. Ma un esperimento simile estivo di tre anni fa che avevo curato aveva dimostrato che la formula era buona.
Questa formula è da riscrivere. Non solo per le mille polemiche, non solo per aver fatto incazzare tutti i gestori di locali della Città Giocattolo, non solo per il flop della manifestazione. Anche per il rispetto ad un luogo della città che meriterebbe una riqualificazione vera. Ma adesso viene l’autunno e tutto si quieta. Ne riparleremo la prossima estate.