C’è un tempo nelle vite di ognuno, nel quale i ricordi dei momenti e dei fatti delle persone che hanno inciso le fibre più intime della nostra anima riaffiorano vividi, lucidi, con il loro enorme carico di memorie, illusioni, speranze, prove d’amicizia e d’affetto.  –  Per chi ha conosciuto Mario Ghislandi , questo avviene ogni anno con il Festival Pianistico Internazionale a lui intitolato.

Quando nel 1965 è giunta la notizia della tragica fine di Mario, il nostro cuore si è fermato per un attimo che, da allora, rivive tristissimo in questa  celebrazione della perdita irreparabile.  –  Ghislandi ci ha regalato tanto e noi conserviamo intatta la stima per il suo esempio di straordinaria bravura e di squisita eleganza in un inesauribile rimpianto.

Dedico alla sua cara amicizia la presentazione  di questa seconda tappa  del festival, in cui sono presenti Liszt e Chopin, due autori da lui studiati e suonati con amore e brillante successo. –  Gabriele Duranti  aprirà la serata di domenica 9 , alle 21, presso l’Auditorium Manenti, con la celeberrima Sonata Op.27 N.2, di Beethoven,  introdotta da un Adagio, fatto inusuale per l’epoca; la dedica è per la sua allieva preferita, la diciannovenne Contessa Giulietta Guicciardi, di cui forse è stato innamorato.

E’ una delle più note composizioni pianistiche di ogni tempo. L’autore la denomina “Quasi una fantasia”, poichè non rispetta la struttura classica della sonata come usava in quel periodo: siamo nel 1801.  All’Adagio sostenuto iniziale segue un Allegretto e un Presto agitato che chiude la bella pagina divenuta famosa col titolo “Chiaro di luna”, introdotto in età romantica dal musicista tedesco Ludwig Rellstab.

Il brano è molto suggestivo e vi si respira un’atmosfera meditativa di profondo fascino. Questa pagina evidenzia il fatto che Beethoven è l’ultimo rappresentante di rilievo del classicismo viennese nonchè il primo dei romantici, proprio perchè interrompe il rispetto delle regole e dell’ordine dei movimenti di questa sonata, pur mantenedo ferma la cura dell’equilibrio formale per altri aspetti. Sono le contraddizioni dei geni che sconvolgono la storia trasformando l’antico e imponendo il nuono.

Con un volo pindarico ci troviamo di fronte a Prokofief, uno dei massimi musicisti del XX secolo, autore di concerti, sinfonie, (deliziosa la prima, “Classica” e quella dedicata ai bambini di” Pierino e il lupo”) colonne sonore per film (“Alexander Nevskij” e “Ivan il Terribile” del famoso regista del muto Eisenstein). Ascolteremo la Sonata N.3 in La minore Op. 28.  – Prokofief vanta una prodigiosa tecnica compositiva progressivamente elaborata su modelli proposti da Liszt, Ciaikovskij, Stravinskij, Ravel, Debussy e Honegger, mantenendo una sua originalissima vena ironica, sarcastica e perfino grottesca propria di una eclettica personalità artistica. Ed ecco una parentesi romantica con il notturno “Sogno d’amore” di F.Liszt, dal tema cantabile cui si contrappone un secondo motivo più animato e appassionato.

In un complesso gioco di arpeggi il tema è ampiamente sviluppato e arricchito da una cadenza con la quale la passione lascia spazio al lirismo.  Il brano si chiude con passaggi virtuosistici ricchi di invenzioni funamboliche.  A seguire un gradito “Improvviso”di Chopin e in chiusura la smagliante Ballata in Si minore N.2 di Liszt.

Pagina di grande energia espressiva, ricca di passaggi virtuosistici che mettono a dura prova anche i più esperti musicisti, ma che Duranti ha già dimostrato di saper dominare con luminosa e incantevole disinvoltura.  Non ci resta che dedicargli un “in bocca al lupo”  e ritrovarci tutti puntuali a goderci il suo invitante programma.   -. A domenica, dunque e buon divertimento.

Eva Mai

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