Ero li che facevo credere alla tesserina della raccolta punti della Colmark di essere una corpulenta signora sui quaranta con diverse partecipazioni anche se di poco conto nei film di Pier Francesco Pingitore , quando mi accorgo che alle 16 e 40 del giorno precedente presi la consapevolezza di adorare il parmigiano! ancora sbalordito come un energumeno che sporca con della maionese un tapiroulan dopo pochi e scoordinati esercizi ginnici decido di stappare una bottiglia di nocino e sporcare i polsini di tutte le camice bianche che tenevo piegate nell’armadio…
Chiudo nuovamente gli armadi respiro forte e riapro gli armadi….con stupore trovo tutte le camice sporche di nocino allora comincio a dire parolacce come solo un pastore che torna infreddolito dall’alpeggio e scopre che sua moglie gli ha finito la ribollita senza dirglielo sa fare….per ristabilire l’ordine fischietto due strofe di una delle meno celebri canzoni di Toto Cotugno. In un battibaleno riprendo in mano la situazione e decido di andare a lavare le camice a Pianengo nei pressi del mulino di via Buonarroti!
Mi vesto di tutto punto, rimprovero un vasetto di sottaceti , mi lego un asciugamano in vita deglutisco un paio di volte e con tutta calma mi dirigo verso un salvadanaio che tenevo nascosto dentro un salvadanaio di pari valore, lo rompo ed estraggo le chiavi della mia nissan Micra. Le lancio in alto, salto una staccionata e le riprendo al volo proprio come dartagnan in sella a ronzinante mi dirigo verso Pianengo una specie di paese dei balocchi situato sull’argine portante della dora baltea!
Appena arrivo mi abbevero ad un torrente e sentendo l’acqua ferruginosa decido quindi di fare causa al comune ,ma dopo un tira e molla la perdo in malo modo la folla mi deride e mi appella con parole poco lusinghiere nella fattispecie : cialtrone menefreghista e uccello Padulo. Poco male ,mi siedo e mi accorgo che la risacca mi bagna le Madigan dai colori pastello.
Malinconico come un sempreverde che perde il suo ardore, mi si avvicina un Senegalese dall’epidermide piuttosto sebacea. Io mi strizzo la maglietta in segno di rispetto e lui di buon grado mi offre una dozzina di merit al gusto di menta piperita, subito dopo sembra capire che ero giunto fin li per lavare le mie camice….l’odore di nocino ero nauseabondo allora forte come Poseidone estrae un fazzoletto lo fa lievitare in aria ,recita una formula magica e il pezzo di stoffa si trasforma in un sapiente forense con un principio di calvizia ai lati esterni del capo, mi stringe la mano con vemenza e con un italiano maccheronico ma tutt’altro che pecoreccio mi spiega come costruire del sapone usando il sebo della pelle dell’ora spettatore Senegalese!
Con la decisione che solo l’Iscariota innanzi ad un capostazione che con la mano sinistra regge una composizione floreale e che con l’ altra si spoglia dei suoi averi e li dona tutti per la bonifica dell’aspromonte riesco a lavare le camice, e a renderle pulite come l’animo di un catechista che respira del mughetto.
Felice come non mai indosso la camicia piu’ bella che possiedo, per commemorare il momento io il senegalese e l’esperto forense decidiamo di brindare…. Haime non possediamo alcolici , ma fortunatamente li vicino c’è un nocciolo…l’esperto forense mette a macerare delle noci e prepara un nocino con i fiocchi! I nostri bicchieri scoccano come le frecce di una mondeo che supera la bicicletta del lattaio, il nocino che fuoriesce dai nostri capienti calici sgorga limpido come le intenzioni di una madre pronta ad accompagnar il suo secondo genito munito di preghiere alla porta di una sinagoga nella periferia di Brandeburgo… sulle maniche della mia camicia!
Avvilito prendo la mia micra e decido di tornarmene a casa… Piego le camice e fingendo di non sapere che sono sporche le ripiego e le metto nel cassetto! Sfinito come solo dopo un Bacio della signora Ornigotti ( Nota statista Piemontese dalla salute cagionevole )decido di coricarmi abbracciato al mio samoiedo…
L’indomani ci svegliamo, lui gentilmente mi prepara una spremuta, poi lo vedo dirigersi velocemente verso l’armadio …lo sento fiutare…non capisco cosa diamine puo’ volere… allora decido di aprire le ante…. Mi accorgo di avere tutte le camice sporche di nocino… e ancor oggi per me questo rimane un fatto inspiegabile…quello che da quel giorno ribattezzai il mistero del ragazzino con la pelle che sa di pesca.
Luc Merenda