Riceviamo e pubblichiamo:
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Gent.le Direttore,
sabato 17 gennaio alle ore 16.30 ci ritroveremo di nuovo a Crema, in piazza Duomo. Dopo la prima veglia delle Sentinelle in Piedi, tenutasi a Crema lo scorso ottobre, molti hanno chiesto informazioni, qualcuno ha contestato, altri hanno espresso solidarietà e interesse ad aggregarsi.
Al di là dei contestatori di professione e di quanti – conoscendo le ragioni delle Sentinelle le condividono – in tanti si sono chiesti quale sia la natura delle Sentinelle in Piedi e di conseguenza il fine del nostro vegliare.
Un’associazione? Un partito politico? Un movimento di natura confessionale? Il tentativo, comprensibile, è quello di incasellare una realtà nuova negli schemi di sempre.
Non siamo un’associazione, non abbiamo uno statuto, ma siamo un popolo formato da tanti io che desiderano seguire la verità, senza imporla a nessuno ma senza rinunciare a viverla pubblicamente. La nostra è quindi un’amicizia laica, fondata sulla condivisione di un bene oggettivo, riconoscibile dal cuore di ogni uomo e quindi aperta a ogni persona che voglia seguire la voce della coscienza. Siamo persone libere che gettano ponti e creano legami fra loro.
Non aderiamo a iniziative come gruppo ne’ come gruppo organizziamo eventi. Non rispondiamo a interviste se non durante le veglie, non cerchiamo visibilità, non ci interessano i salotti televisivi. Ci sta a cuore un gesto, quello della piazza, che ci educa a come vivere nella vita di tutti i giorni. Le Sentinelle in Piedi sono quindi formate da persone, Sentinelle In Piedi in piazza, sentinelle con la s minuscola nella vita, con un Nome e Cognome, un volto, una personalità. In piazza vegliamo ritti e silenti, nella vita vegliamo su quello che accade, denunciamo, spieghiamo, riconosciamo, smascheriamo la menzogna, ci opponiamo al potere unico e valorizziamo le persone nella loro essenza. Con amore, amicizia vera e con carità.
Noi siamo un metodo, uno stile, un modo di essere. Ogni volta che il pensiero unico, attraverso la cultura e la politica, tenterà di imporsi, noi scenderemo in piazza ma soprattutto veglieremo nelle nostre scuole, nei nostri ospedali, nelle nostre città, in ogni angolo apparentemente dimenticato, là dove le coscienze dormono, noi porteremo una testimonianza libera di verità. Anche se sarà difficile, anche se saremo in minoranza, anche se il borghesismo, una malintesa forma di rispetto o il politicamente corretto cercheranno di fermarci. Sempre incontrando le persone (ecco la piazza), sempre proponendo e mai imponendo (ecco il silenzio), sempre cercando la verità (ecco la lettura), e con essa il bene autentico per ogni uomo.
Così, nel tempo, siamo diventati un’amicizia che si è fatta rete e antidoto alla dimenticanza. Insieme vegliamo, insieme resistiamo, insieme testimoniamo.
Di fronte al timore della solitudine innanzi a un potere che prova a zittire le coscienze, le sentinelle rispondono con la forza della compagnia, supportandosi e vegliando gli uni sugli altri. Così è avvenuto il nostro incontro, così le nostre vite si sono incrociate e continueranno a incrociarsi. Non abbiamo altra ricetta per crescere se non questa, non altri mezzi se non l’incontro, non altri strumenti se non noi stessi per andare verso gli altri. Anche verso chi ci contesta.