Tutto pronto per la seconda parte della stagione del teatro di S. Bernardino. Dopo l’ottimo successo della prima parte, con sei spettacoli dei quali cinque hanno registrato praticamente il tutto esaurito gli organizzatori, Pier Giorgio Ruggeri e Paola Oliari, hanno messo in cantiere altri dieci appuntamenti che aprono sabato 17 gennaio e chiudono il 25 aprile.
Dieci le compagnie chiamate a recitare sul nuovo palcoscenico di S. Bernardino e l’esordio tocca alla Filodrammatica dei Sbrufù da Pandì che ci sorprendono con una rappresentazione seria e difficile. Il gruppo pandinese presenta Voci dalla collina, tratto da Antologia di Spoon River, del poeta americano Edgar Lee Master, portato alla ribalta in Italia dalla traduzione di Fernanda Pivano.
Le poesie sono tratte, secondo l’autore, dagli epitaffi che si scolpiscono sulle tombe. Poche righe nelle quali si narra del morto. Pietra angolare della poesia americana, la raccolta ha avuto milioni di ammiratori anche in Europa. In Italia ricorderemo il disco di Fabrizio de Andrè, Non al denaro né all’amore né al cielo. Dopo I Sbrufù, il 31 gennaio tocca alla compagnia dei Pieranichesi, che viene a sostituire i castelleonesi del Turas, rinviati ad altra data. Poi, due spettacoli a febbraio, tre a marzo e tre ad aprile. Con sorprese per il mese di maggio. Ma questa è un’altra storia.