“Macalli s’è messo a piagne: non me lo potete fare, sono rovinato. Eravamo in tre nella stanza, ha chiamato Tavecchio: sono 35 anni che ce conosciamo, fallo per me, a livello personale, tu me devi da’ la parola che troviamo una soluzione. E Tavecchio dice io dove cazzo li prendo i soldi, non ce stanno. E l’altro: di’ a Claudio che se inventasse qualcosa, lui è un inventore, dammi la mano e mi devi giurare che mi risolvi sto cazzo di problema”.
Questo è solo una stralcio della telefonata intercorsa (e registrata all’insaputa del patron della Lazio) tra Claudio Lotito e Pino Iodice general manager dell’Ischia e soprattutto componente della cosiddetta fronda anti Macalli (coordinata dalla coppia Ghirelli – Gravina) attiva in Lega Pro.
Lotito non sapendo di essere registrato descrive un Mario Macalli in disarmo, con una personalità lontana anni luce da quella di facciata facciata forte, sicura, a tratti arrogante, che il ragioniere del pallone solitamente esibisce in pubblico. Dalla telefonata tra Lotito e Iodice, resa pubblica dal quotidiano La Repubblica, il vero grande sconfitto è il calcio italiano ridotto a una lotta tra bande per accappararsi il potere. Situazione questa che mette malinconia e ansia perché in quest’Italia nel pallone tutto pare cambiare perché alla fine nulla cambi.
Oggi, lunedì 16 da tempo è stata fissata una riunione della Lega Pro e probabilmente qualcosa succederà perché se nulla accadrà … allora vuol dire che siamo su “Scherzi a Parte”. Macalli non parla per ora, o meglio si è limitato a dire che “registrare una telefonata è una cosa schifosa” . Una volta telefonare allungava la vita, ora la complica, comunuqe noi semplici appassionati del football, una volta per tutte gradiremmo che chi comanda telefoni meno e agisca di più per riformare un sistema che tra calcioscommesse, crisi economica, club che cambiamo presidenti, nomi e che falliscono tre volte all’anno, beh un po’ di poesia l’ha persa. A propoisito attenti a sottavalutare l’inventore Claudio Lotito: il calcio italico è roba sua, la prossima mossa potrebbe essere quella di scendere in politica.
Stefano Mauri