Che negli anni ’90 tutti suonavano punk rock e ska. Dove ti giravi c’erano questi gruppi dai nomi improbabili che pubblicavano dischi, facevano decine di concerti. Non c’erano ancora i social network eppure avevano una visibilità incredibile. Allora tutti ad ascoltare Vallanzaska, Shandon, Meganoidi ma anche altre gruppi scomparsi del tutto o quasi come Pornoriviste, Derozer, Moravagine, Matrioska…

Loro, quelli di cui vogliamo parlare, sono quelli forse arrivati più tardi di tutti. Quando il fenomeno stava per esaurirsi. Il primo disco Potevate anche Ynvitarci è del 1998. Poi uno split con le Pornoriviste, più o meno la stessa zona. Poi nel 2000 Provare amore Ynutile. Due bei dischi. Ma nulla che si discosti troppo da quello che girava negli anni ’90.

Qualche bella intuizione come il barattolo d’amore, l’autoscatto dell’amore. Sembrano più demenziali che altro. Visto anche come si fanno chiamare, no non dico la band, che si chiama Pay, ma i componenti. Mr Grankio, Mr Pinguino, gli Operai del rnr. Insomma pare che si stia parlando di un gruppo assai, assai minore.

Ma l’essere arrivati tardi non sempre è un problema. Nel 2005, esattamente 10 anni fa, esce quello che forse è il più bel disco punk italiano di sempre. Forse perché non è un disco punk. La chiamano punkopera, visto che è un concept fortissimo. Si intitola Federico Tre e il destino infausto ed è stato ristampato oggi, dieci anni dopo, in vinile.

Perché riproporre oggi questo disco è evidente. A parte la freschezza dei brani, tutti potenziali hit, a parte gli ospiti che lo nobilitano c’è la storia. Quella di Federico Tre, dittatore da barzelletta troppo attento al culto dell’immagine, che rimane di una attualità sconvolgente.

Gli ospiti dicevamo. Innanzi tutto c’è Roberto Freak Antoni degli Skiantos. E risentire la sua voce oggi che l’abbiamo perso è un piacevole dolore. Poi c’è un Alberto Camerini in grande forma, dieci anni dopo non si sa più se è lo stesso poi Fabio Treves, Olly degli Shandon, Il Mettius dei Thee Stp. E poi loro. Geniali, ironici, con una cultura enorme che utilizzano da apriscatole per chi è avvezzo solo all’uno due tre casino.

Un disco enorme che andrebbe rivalutato e rilanciato seriamente a cui sono seguiti altri due progetti di grande spessore. Nel 2010 La ragazza col coltello, che segna del tutto il superamento da parte della band del caratteristico suono punk a favore di un maturo suono indie rock.

Nel 2013 Virus, un DVD con CD che contiene un incredibile mediometraggio autoprodotto ispirato al racconto L’epidemia di Alberto Moravia. E adesso questa ristampa e la riproposizione integrale del concept di Federico Tre. Dei Pay avevano già parlato in altre occasioni per idee folli come una musicassetta di Natale, per il compleanno del Circolone di Legnano, per un video. Li adoriamo e speriamo che questo pezzo serva a portare qualche nuovo ascoltatore alla storia di Federico.

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