Ho sempre cercato di tenermi lontano dal rimpiangere davanti ai figli i tempi passati, cercando di evitare gli “era meglio quando si stava peggio” e gli ancor più devastanti “quando avevo la tua età“, come una carie sugli incisivi centrali.
Capita solo raramente, che per oppormi a certi toni da ormoni adolescenziali in attacco, mi protegga dietro a semplici “Se avessi mai risposto così alla nonna, chissà cosa sarebbe successo“, sapendo che i ragazzi prima di smettere di credere alla Befana, capiscono che le minacce di esili in collegi, di comodati gratuiti presso zii turpi e misconosciuti e tutti il campionario di punizioni da chiamata al Telefono Azzurro sono non solo fasulle, ma anche penalmente persiguibili.
Resta comunque il fatto che i costumi evolvono più in fretta che i germogli di un aglio dimenticato in figorifero e non si puó fare a meno di non notarlo. Mentre ironizzavo con delle amiche sui centimetri di stoffa che mia figlia e il suo clan chiamano vestiti, sul fatto che ogni volta che le accompagno in auto temo un eventuale interrogatorio della buoncostume, ecco accadere l’irreparabile. “Parli tu che quando andavamo in giro da ragazzine eri sempre mezza nuda“.
Ora, seppur convinta che questa mia ex compagna di liceo si sia madornalmente confusa con un clone, una Dolly umana che credeva fossi io, mi trovo a rivedere le mie segrete rivendicazioni sulla supremazia della mia adolescenza. E felice, dopo una serie di paragoni, di ricordi unilaterali e di quella nostalgià canaglia che in estate duole un po’ di più, sono sicura che la mia generazione era e resta la migliore. Solo noi con stoica perseveranza guardammo per anni, tutti i giorni, alle ore 13,30 “Non è la rai” ritenendoci allo stesso tempo emancipate come le femministe dei pesanti anni settanta e politicamente eredi dele suffragette.
Chi ad oggi è riuscito a fare meglio?
Barbara Locatelli
La puntata di settimana scorsa, La mamma non è come Belen