Reduce dai rumorosi insuccessi in cui è incappato, nel giro di pochi mesi e giusto un’estate fa, alla guida rispettivamente della nazionale italiana e del Galatasaray (scelta troppo in fretta la meta agonistica turca?), mister Cesare Prandelli, tecnico della Bassa Bresciana di Orzinuovi (dove un tempo era soprannominato “Spuma”) è un po’ sparito dai radar calcistici, il suo nome (mistero o “mossa dei poteri forti”) non è nelle trattative principali di calciomercato: insomma si sono perse le sue tracce.

O meglio, l’ex Ct dell’Italia è più facile avvistarlo alla presentazione di qualche evento artistico che in un campo di calcio. Recentissimamente comunque, “Il Mago di Orz” (mediaticamente, quando raggiunse la finale all’Europeo del 2012 era chiamato pure così, ndr) ha rescisso il contratto coi turchi del Gala: che forse qualcosa, lontano dalle effimere luci della ribalta, magari all’estero stia per bollire in pentola?

Lo scopriremo vivendo, per il momento, Prandelli, un tempo considerato allenatore interessante (ha sfiorato la panchina della Juventus per due volte negli anni scorsi), dopo l’infelice parentesi al Mondiale in Brasile con i suoi azzurri post codice etico ha scelto il basso profilo e viaggia apparentemente defilato. Chissà, se consigliato in tal senso, (anche) dai suoi veri, fedeli consiglieri speciali soncinesi, vale a dire il suo “007” di fiducia Lorenzo Moneta e il fidatissimo Luciano Zanchini. Qualcuno (maligno?) sussurra che l’astro (calcistico intendiamoci, che lo spessore dell’uomo c’è sempre ed è notevole) sportivo del fu Claudio sia iniziato più o meno un anno fa, quando l’allora Ct si fece riprendere in pose fashion da modello – modaiolo da un settimanale glamour, altri ancora ritengono Prandelli un trainer campione ma non un fuoriclasse.

Mah! La cosa certa è che Cesare ha una voglia matta di tornare ad allenare per dire ancora la sua nel football e per provare a vincere qualcosa di considerevole. Così per vedere l’effetto che fa, per vedere la faccia degli amici, dei detrattori, degli ex datori di lavoro e del mondo intero.

Stefano Mauri

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