Il Parlamento europeo di Strasburgo ha approvato a larga maggioranza un rapporto sul riconoscimento delle unioni e delle famiglie omogenitoriali e sull’uguaglianza di genere in Europa. È la prima volta che in maniera così esplicita il Parlamento europeo parla di ‘famiglie gay’.
Il Parlamento raccomanda che le norme in quell’ambito (compresi i risvolti in ambito lavorativo come i congedi) tengano in considerazione fenomeni come le famiglie monoparentali e l’omogenitorialità per rendere più completo e comprensivo il diritto della famiglia e del lavoro, “visto che la composizione e la definizione di famiglia cambiano nel tempo”. Si tratta di uno dei passaggi contenuti nella risoluzione approvata martedì dall’Aula di Strasburgo, che chiede che la nuova strategia post-2015 dell’Unione Europea per la parità di genere sia dotata di obiettivi chiari, azioni concrete e un monitoraggio più efficace per progredire nella lotta alla discriminazione nel mercato del lavoro, nell’istruzione e nel processo decisionale.
È un passaggio significativo e una chiara indicazione ai paesi, come l’Italia, che devono adeguare la propria legislazione e affiancarsi alle altre democrazie europee sia sui diritti civili che sulla parità di genere.
Il segnale per il Governo Italiano, che tergiversa da troppo tempo su una legge che perlomeno riconosca le unioni civili e che pochi giorni fa, tramite la Ministra dell’Istruzione Giannini, ha deciso di cancellare il programma destinato alle scuole per il contrasto alle discriminazioni da orientamento sessuale è forte e chiaro, l’Europa va in tutt’altra direzione.
Non solo lo chiede l’Europa, ma anche la maggioranza del popolo Italiano, che fortunatamente è sempre più solidale con i milioni di cittadini Italiani omosessuali che si vedono negati i propri diritti, situazione sempre più inaccettabile in un paese civile che si vuole definire democratico e moderno.
Gabriele Piazzoni
presidente Arci Gay Cremona