San Siro, massimo tempio calcistico di Milano, dai tempi delle “Luci” cantate dal poeta Roberto Vecchioni, ma forse presumibilmente da ancor prima, di magico ha veramente un qualcosa tutto suo. Calcisticamente parlando, lo scrivo con dolore (noi italiani nel pallone siamo Guelfi e Ghibellini e chi dice il contrario mente) Inter e Milan vi hanno scritto epoche fantastiche. Ma pure il sottoscritto, con la Juventus (ecco perché i successi nerazzurri e rossoneri poco mi garbano) dei suoi 34 scudetti, quindi fatal, bagnata Perugia compresa, si è sempre divertito. Una sera addirittura il pugilato (sul quadrato Benvenuti contro Mazzinghi) caratterizzò il Meazza.

Ma volete e vogliamo mettere la musica e le emozioni che essa regala col pathos del football? Magici, irrepetibili, unici concerti da Bob a Vasco, passando per Jovanotti, Ligabue, il “Boss” e per quanti vi hanno suonato e cantato, nel tempo, hanno acceso di propria magia San Siro. E da dopo domani, cantanti e musici proseguiranno ad accendere un qualcosa di straordinariamente, magicamente epocale da quelle parti. Quindi che c’azzecca una giocata di Messi con Vita Spericolata (versione Like Kom 15 tanto per gradire) cantata, o meglio, interpretata da sua maestà, unico, incontrastato, sublime, irripetibile Re D’Italia Vasco Rossi?

Il leggendario Komandante, incerottato, pelato (sulla testa non ha peli artificiosi, ma idee illuminanti) con le ferite, le rughe, i suoi pregi talentuosi, con i suoi vizi, i difetti, gli errori e le gioie della sua vita, quest’anno e nel 2014, a San Siro con le sue intramontabili canzoni ha fatto una cosa che nessun altro artista (men che meno un calciatore) sin qui ha fatto: semplicemente si è mostrato, generoso, con la propria arte carismatica, senza artifizi per quello che è: e facendoci tornare fanciulli, beh ci ha portato a sognare emozionandoci. Quindi nel 2016 chi ha potere “passi” la finalissima di Coppa Campioni dove meglio crede, ma faccia in modo che il Kom .16 (più sincero di certe sfumature del calcio) torni ad accendere luci magiche in quel di San Siro.

Stefano Mauri

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