Una bella visuale dell'Austroungarico

Dopo cena

(A Marco)

Ci si trovava la sera, appena finita la cena,

quando la nebbia era ancora leggera

e si gironzolava per quelle vie della città

che sanno ancora di Venezia

e si fantasticava, con arguzia e intuizione,

sulla nostra storia municipale.

Poi, a fine passeggiata, si andava dritti

al nostro locale: tra la casa dell’Innominato,

il teatro nuovo e il mercato austro-ungarico.

Il vino portoghese aiutava a pensare,

le parole fluivano come i rami nelle piene,

ci si scambiava le confessioni, le illuminazioni

ci sorprendevano come piogge marzoline.

L’inverno è la stagione dell’amicizia: è lunga

e costante, favorisce la solidarietà e solo il sole,

soprattutto se improvviso, pare un tradimento,

ma tanto si sa che verso sera si alzerà

il vento, il cielo pulito tornerà

e le famiglie si riuniranno intorno al fuoco

e gli amici, con il bavero alzato, si troveranno

per raccontarsi il giorno scemato.

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