Oh ma chi se l’aspettava? Ovviamente detto in modo ironico. Il caso del giorno nella Città Giocattolo è la decisione di ospitare all’interno dell’ex convento delle Ancelle di via Bottesini un gruppo di migranti. Una decisione che ha suscitato più di una perplessità per il fatto che la struttura si trova all’interno dello stesso complesso dove c’è l’asilo.

Martedì sera una cinquantina di genitori dei bambini che frequentano la scuola diocesana è scesa in piazza, è proprio il caso di dirlo, per protestare contro questa decisione minacciando di ritirare i bambini dalla scuola. Ha avuto un bel da fare il presidente della Fondazione Manziana, don Giorgio Zucchelli, a fronteggiare i genitori inferociti schierati davanti al portone del palazzo vescovile.

Qualcuno ha cercato di salire dal vescovo, c’era la Digos presente che ha fatto da allenta animi. Oggi dovrebbero essere partite le prime forme di protesta più radicali, tipo non mandare nessun bambino al Grest. Fin qui la cronaca, fatta dai media locali ieri sera. Qualcuno ha proposto anche dei video. Vale la pena andare a vedere quello di Cremaonline perché ad un certo punto si sente un genitore dire una frase che ci da lo spunto per una riflessione.

Il genitore fa una considerazione di tipo economico. Dice in soldoni, andate a sentire voi, che in fondo alla Curia potrebbe importare relativamente se dovessero ritirare i bambini dall’asilo. Il danno economico per la fondazione sarebbe minore rispetto alle entrate ricevute dall’accoglienza dei migranti.

Sempre ieri sera sui social network si leggevano commenti scandalizzati di gente che diceva: “e questa sarebbe la carità cristiana? E questi sarebbero quelli che leggono il vangelo?”. Ma quale carità signori. Mandare i proprio figli alla scuola diocesana e non a quella pubblica costa. Ora non so quanto, ho trovato un documento di un paio di anni fa in rete che parla di due fasce, da 3200 e da 3900 euro. Potete leggerlo QUI

Presumendo che i costi siano quelli, o superiori, la prima cosa che mi viene in mente di dire è semplice. Della carità cristiana frega davvero poco a questi genitori che pagano per un servizio e pretendono quel servizio. L’applicazione nella scuola del D. Lgs. 81/08 sulla sicurezza nei luoghi di lavoro dice che, per motivi di sicurezza ed igienico sanitari è necessario evitare qualsiasi situazione di promiscuità con attività proprie degli adulti.

Quindi formalmente i genitori protestano per la presenza di adulti, che non sono gli educatori che sono preposti alla sorveglianza dei loro figli, all’interno di una struttura protetta. Hanno ragione? Hanno torto? Hanno pagato per un servizio che ritengono più qualitativo rispetto alla scuola pubblica e lo pretendono. Punto.

Le logiche di questo tipo di reazioni alla fine sono sempre le stesse. C’era quel comico di Zelig che diceva: tutti froci col culo degli altri. Mi si perdoni la volgarità ma leggendo di quelli, anche autorevoli, che sempre sui social network affermano di vergognarsi di questa situazione mi viene da fare la solita considerazione populista: non succede a casa tua.

E’ difficile convivere con la purezza delle idee. E’ difficile trasformare la correttezza di pensiero in un modo di vivere e agire. Come spesso mi viene in soccorso la poetica gaberiana. La canzone Un’Idea diceva:

In Virginia il signor Brown era l’uomo più antirazzista un giorno sua figlia sposò un uomo di colore lui disse: “Bene”   ma non era di buonumore”, oppure ancora parlando di bambini, “Su un libro di psicologia ho imparato a educare mio figlio se cresce libero il bimbo è molto più contento l’ho lasciato fare m’è venuto l’esaurimento”, si perché alla fine, “Un’idea, un concetto, un’idea finché resta un’idea è soltanto un’astrazione se potessi mangiare un’idea avrei fatto la mia rivoluzione”.

Perché alla fine signori, basta ipocrisia finto buonista: “aveva tante idee era un uomo d’avanguardia si vestiva di nuova cultura cambiava ogni momento ma quand’era nudo era un uomo dell’Ottocento”.

Perché troppo spesso si fanno i conti con gli astrattismi. Sulla carta siamo tutti liberali, progressisti, tolleranti, antirazzisti. Poi capita a noi. E allora bisogna fare i conti con i propri istinti e le proprie paure. I genitori della Manziana hanno una paura, quella dell’uomo nero. In fondo da bambini ce la facevano venire a suon di filastrocche, questo bimbo a chi lo do, lo daremo all’uomo nero che lo tiene un anno intero.

Emanuele Mandelli

(Visited 171 times, 3 visits today)