La Caritas, o meglio, la curia di Crema se vuole fare accoglienza e accogliere i migranti a spese sue e in strutture sue fa solo bene, anzi in un certo senso fa soltanto il suo lavoro. Forse però anziché puntare sull’ex convento delle Ancelle, decisione poi ritirata, con il risentimento pubblico del vescovo Monsignor Oscar Cantoni, e “rientrata” causa sommossa (toni un tanto amplificati?) popolare, beh si poteva scegliere un altro ex convento, vale a dire l’immobile, oggi abbandonato e una volta occupato dalle suore Canossiane nella parrocchia di San Giacomo.
Ciò detto comunque sarebbe anche cosa buona e giusta, se i migranti, per carità almeno quelli in buono stato di salute e in forma, una volta registrati e inseriti nelle varie “accoglienze” aiutassero i comuni che li ospitano (ricevendo in cambio vitto, alloggio, assistenza, tutele varie e un tranquillo “inserimento”) dedicandosi a lavori di pubblica utilità.
Si perché non si capisce come mai, gli immigrati arrivati in terra cremasca non possano aiutare la comunità mantenendo per esempio in buono stato (tagliando l’erba magari a mano e senza per questo essere schiavizzati) parchi, aiuole, strade, scuole e beni pubblici. Il tutto nel pieno rispetto delle persone e con i quotidiani controlli di polizia (chi delinque o i delinquenti pericolosi non sono graditi) del caso. Che ne dite?
Stefano Mauri