Giovedì sera durante una cena al ristorante Paredes Y Cereda, il sindaco di Spino d’Adda Paolo Riccaboni ha annunciato la sua ricandidatura alla carica di primo cittadino il prossimo anno. Ha spiegato che l’impegno politico deve avere un inizio e deve avere una fine e ha ricordato come, cinque anni fa, candidandosi, ha chiesto agli spinesi 10 anni di mandato. poi, ha fatto intendere, lascerà la vita amministrativa.
La decisione di rimettersi in gioco è dovuta dalla convinzione che le cose si possano fare bene, si possono cambiare e possono essere diverse rispetto a come sono state e a come non vogliamo più che siano. Certo, sulla scelta di Riccaboni ha inciso anche il fatto che tanta gente gli vuole bene e si fida di lui. E che i frutti del suo lavoro si sono visti: Spino in questi anni ha colmato il divario che aveva con i paesi circostanti, ha creato una sua identità, e di Spino e quindi di tutti gli spinesi oggi si parla con rispetto.
Qualche problema c’è stato: “Per un paio d’anni non abbiamo tagliato l’erba. Però, a parte questo, in 5 anni non ci ha detto nulla nessuno! E ora l’erba è perfetta”. La ragione per cui sulle manutenzioni si è rimasti un po’ indietro è dovuta al fatto che i bilanci si basano su due piatti: uno sale e uno scende, e si deve trovare un equilibrio. Un equilibrio che si sta trovando solo oggi. Spino, infatti, quando Riccaboni è divenuto sindaco, aveva un divario di servizi da colmare, e l’amministrazione ha deciso di mettere i fondi disponibili sulle opere fondamentali.
“Buttavamo nell’Adda acqua sporca: abbiamo raddoppiato il depuratore. C’erano quartieri non collegati con il resto del paese: abbiamo costruito la ciclabile sul Vacchelli, altre ciclabili, tra cui quella al Parco Rosselli, realizzato la nuova biblioteca, la sede della Polizia Locale. Ottenuto la sede di dirigenza scolastica, acquisito il terreno per realizzare la nuova scuola, di cui si ha il progetto, mantenuto i buoni mensa a un costo molto basso, si è intervenuti in vari modi sulla viabilità, rifatta parte della pavimentazione di via Martiri, illuminata la ciclabile per Nosadello, realizzata la casa dell’acqua, sistemato il Centro Sportivo, creati gli alloggi temporanei e i parcheggi rosa, lo stallo per i cani, estesa l’esenzione IRPEF per redditi fino a 15.000 euro, messo il consiglio comunale in streaming, realizzato il bollettino comunale e rifatto il sito, organizzato il corso di autodifesa femminile e il Battesimo Civico dei diciottenni, pensata Spino Bella e Spino al Lavoro, realizzato l’allegato energetico e tanto altro ancora.
A Spino, ricordiamoci, mancava quasi tutto. Nessuno si ricorda cdi chi c’era a Spino prima del 2011: non ha lasciato alcuna traccia e questo a volte dovremmo ricordarcelo. Soprattutto ricordiamolo ora, perché noi non vogliamo che quella Spino di allora ritorni. Quel modo di amministrare e di avere a che fare con i cittadini che era tutto diverso.
“Adesso noi ci prendiamo giuste critiche perché c’è ansia di miglioramento tra i cittadini, ma talvolta ci dimentichiamo quel che c’era prima e io il rischio di rivedere cosa c’era prima non lo voglio correre”. Da qui l’invito a tutti coloro i quali volessero contribuire, anche senza mettersi in lista, di far parte del gruppo o di dare consigli e pareri, perché a Progetto per Spino 2016 – 2021, mancate voi, i cittadini. Riccaboni delle idee le ha, ma “vengono da noi e da quel che abbiamo fatto in questi anni. Magari qualcosa ce la siamo dimenticata, per questo venite a dircelo. Noi e voi deve diventare una cosa sola, e tutti assieme dobbiamo costruire il Progetto per Spino 2016 – 2021. Non facciamoci più incantare dalle sirene dei no. Mancate voi ora, noi ci siamo tutti.