Ce lo avete chiesto in tanti, torna col nuovo anno il maresciallo Calabiano Moresco. Nel frattempo è andato pensione e ha passato il testimone al figlio, che nell’Arma, per propri ed esclusivi meriti, ha raggiunto il grado di capitano, assegnato, guarda caso, al comando della caserma situata nella nostra ridente circoscrizione territoriale. Un ragazzo a modo, attento a tutte le implicazioni del dovere, ma anche sensibile alle vicissitudine del genitore che, per dirla tutta, si stava rompendo i coglioni. Disse al padre: “Papà, perché non vieni a trovarmi?” Ancora non aveva messo giù la cornetta del telefono che il genitore era lì, però vestito come Sherlock Holmes. “Madre mia bella e santissima”, disse il capitano con un’espressione di sconforto.

 

Prologo

 

“Ciao papà. Non ti aspettavo così presto. Non ho avuto ancora il tempo di organizzarmi, però…”

Tranquillo, ho già trovato dove sistemarmi, una pensioncina discreta, conoscenti miei di antica data, poi mi guardo intorno e magari prendo in affitto un bilocale. Eh?!

“Papà, ma qui in caserma il posto per un paio di settimane c’è e poi, scusa, che vuol dire che magari ti prendi in affitto un appartamentino? Ti ho invitato per una vacanza, mica altro.”

Vedremo, ma in caserma no. Qui i ragazzi vanno e vengono e se te ne arriva uno nuovo e spaesato che gli dici? Per il momento vatti a trovare una pensione perché in camera tua dorme mio padre? Sarebbe un vergognoso atto di nepotismo, non trovi?

“Sì, vabbe’, tra l’altro ne sto aspettando proprio uno che ancora non s’è visto ed è già in ritardo di una mezza giornata. Pensa, ancora non ha preso servizio e già lo aspetta un cazziatone con i controfiocchi.”

Lo so, capitano, ma stai tranquillo che il caso è già risolto. Nessuna diserzione. Si tratta di Arturino, è il nipote di un mio vecchio collega. Un bravo figliolo com’era suo nonno. Abbiamo fatto un tratto insieme e me ne ha raccontate un po’. È sceso un paio di fermate prima della mia.

“E quell’imbecille dove cazzo è andato a finire?!”

Eeeh! Non ti agitare come un capitano dei carabinieri. Tu l’hai avuta una ragazza che abitava fuori porta? Sì, perché io lo so. E lui pure, una brava figlia che abita a pochi chilometri da qui, nipote ‘anch’essa’ di un caramba ‘anch’esso’ mio commilitone di antica data. Il ragazzo mi ha chiesto di mettere una buona parola presso il comandante, che saresti tu. Domattina è qui, promesso. Mettiti una mano sulla coscienza, non si vedono da mesi, e un po’ d’intimità come si deve gliela vogliamo lasciare?

Il capitano Moresco tirò un lungo sospiro, quasi rassegnato: “Ha parlato l’agnellino. Vabbe’ maresciallo, metti giù la valigia e guardati un po’ in giro; tra poco smonto e andiamo a mangiare una pizza.”

Mi pare un’idea originale. Pensa che bella cosa sarebbe se per le Forze dell’ordine, tutte quante, esistesse il Gran cavalierato della Repubblica all’Ordine della Pizza… A proposito, per Arturino… Caso risolto eh?

“Papà, qui dentro io sono il capitano, lo vuoi capire o no?!”

Sissignore signor capitano, però povero Arturino…

Beppe Cerutti

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