Il Cremasco ha un leader che lo rappresenti? Alla domanda si possono dare infinite risposte, ma già la proposizione del quesito implica l’esistenza del problema. Il dubbio che l’interrogativo non sia peregrino è rafforzato dalla lettera che Matteo Piloni, segretario provinciale del Pd e assessore all’urbanistica del comune di Crema, ha inviato pochi giorni fa alla stampa locale e pubblicata da tutte le testate.
Piloni s’interroga sulla leadership del territorio, nello specifico su quella del sindaco della città, che – in teoria – è il leader naturale della Repubblica del Tortello. Chiede infatti Piloni: «Stefania Bonaldi sta dimostrando la sua leadership territoriale? ». La risposta di Piloni è «sì» ed è argomentata con considerazioni ricche di rosolio e ammirazione per il supposto generale in capo, ma anche piena di affermazioni superficiali e pressapochiste.
Con ordine.
Lo spunto per l’intervento è «una mail privata del sindaco di Crema trafugata e portata in pubblico da un giornale». Oibò! La mail in questione, scritta da Stefania Bonaldi, era indirizzata ad una quindicina di amministratori pubblici di comprovata fede Pd. Perché trafugata? Non è più realistico ipotizzare che uno dei destinatari del messaggio abbia inviato il file ad Angelo Marazzi, giornalista del Nuovo Torrazzo, il quale ha pubblicato il testo realizzando lo scoop dell’anno? Nessun furto. Talpa Pd. Fuoco amico.
Certo, Marazzi, pirata della Rete, potrebbe avere violato il computer del sindaco di Crema o di uno dei destinatari della lettera, ma viene difficile immaginare il barbuto, pacioso giornalista, nei panni di scassinatore di firewall e di scippatore di password. Ipotesi affascinante: di giorno inappuntabile notista politico; di notte hactktivist di Anonymous, nikname avenging angel.
Piloni prima si chieda perché una compagna o un compagno –sempre che nel Pd di oggi valga ancora questo lessico – abbia diffuso il documento nel quale Stefania Bonaldi definisce pecoroni metà dei suoi colleghi cremaschi e poi tragga le conclusioni. Calcoli in una scala da 1 a 100 quanti punti ha perso o acquistato la leadership del sindaco di Crema.
Il segretario del Pd descrive il comitato ristretto (da lui chiamato consultivo) di Scrp, come organismo di somma democrazia e concordia, esempio di dialogo istituzionale e paritario. Lo presenta come un successo di Stefania Bonaldi, punto a favore della leadership della sindachessa. Piloni sa che il comitato ristretto è contestato da molti sindaci perché non svolge il proprio ruolo di cinghia di trasmissione tra Consiglio di amministrazione della municipalizzata e sindaci stessi? Oligarchia, club di Bilderberg di periferia e in formato bonsai, il comitato ristretto ha poco da spartire con il dialogo.
A proporre i nomi che lo compongono e a sostenerli in assemblea affinché venissero votati è stata la stessa Stefania Bonaldi. La scarsa simpatia dei sindaci per questo organismo è arcinota a coloro che si occupano di Scrp.Viene da presumere che Il segretario del Pd conosca poco la galassia delle municipalizzate.
Piloni scrive:
«Crema ha rinunciato ad una visione gretta delle cose e ha scelto di investire quelle risorse in servizi collegialmente decisi da tutti i sindaci e con beneficio generale del territorio»,
risultato naturalmente ottenuto per opera di Stefania Bonaldi. Per la malora che notizia. E’ una novità assoluta. Piacevolissima. Sarebbe interessante conoscere le risorse alle quali Crema ha rinunciato a favore del territorio e i servizi scaturiti da tanta generosità. Sarebbe altrettanto utile sapere in che occasione sono stati deliberati questi stessi servizi decisi collegialmente da tutti i sindaci. Con tutta la buona volontà e con il massimo sforzo della memoria non risultano atti di beneficenza di Crema a favore dei comuni cremaschi. Probabilmente è la città che deve qualcosa al contado, ma è argomento da approfondire, campo minato per la leadership di Stefania Bonaldi.
Dalla lettera di Piloni si evince, inoltre, che la generosità di Crema sia in parte legata agli introiti derivanti dalla vendita del 51 per cento di Lgh ad A2A. Ebbene, meglio stendere un velo pietoso. Si rischia di calpestare qualcosa di poco piacevole. Nessuno sa quanti saranno, quando arriveranno e se arriveranno. In segretario del Pd non lo sa?
Nelle intenzioni di Piloni, la lettera doveva essere una flebo energetica per rafforzare la leadership del sindaco di Crema. Nella realtà si è rivelata una caraffa di sale inglese. Encomiabile, benché maldestro, il tentativo del segretario del Pd di sostenere le doti di comando di Stefania Bonaldi, appare come un risarcimento nei confronti della stessa per l’ ‘incidente’ che lo ha visto protagonista nei giorni scorsi. Sull’area vasta il sindaco di Crema si era infatti schierato, senza se e senza ma, per accasarsi con Milano. Lui, con altrettanta decisione, per maritarsi con Cremona. Superfluo commentare.
La lettera di Piloni non ha reso un buon servizio a Stefania Bonaldi. Anzi. Ha certificato la debolezza della leadership del sindaco di Crema. Ha evidenziato che il Pd lo sa e che il partito tiene idee confuse. Non si manda in campo Piloni per ricordare ai sindaci chi è il caposquadra. Lo sanno da soli. Se nasce l’esigenza di rammentarlo, allora la presunta leadership è a rischio. Senza dimenticare che i segretari di partito hanno perso molto della loro autorevolezza. Soprattutto se poco informati.
Probabilmente il problema è più semplice da risolvere di quanto appaia. Per esempio, con la sostituzione dello spin doctor e dei consiglieri politici di Stefania Bonaldi. Ops, è un consiglio non richiesto. Non vale.
Antonio Grassi