Giovannino Bilancia pensò d’essere diventato vecchio perché non aveva mai visto una donna con gli occhi verdi. S’era soltanto preso una botto in testa, una botta di bastone, menata di rabbia più che d’intenzione, da quella che sarebbe diventata la madre dei suoi figli. Nella foga dell’avanzata s’era diversificato calpestando un campo dove cresceva segale. Minchia: già ne abbiamo tanta! E dagli ‘sta legnata, che tanto si sa che i piemontesi hanno la testa dura.
Ninuzzo mio, mica ti volevo ammazzare, però solo quel campo tenevamo, capisci?
Azzittate, disse il padre. Sarà anche un garibaldino, ma le mani sono quelle di uno che conosce la terra.
A Quarto, dei Mille che ivi sbarcarono, faceva parte Giovannino Bilancia, infervorato come tanti giovani, che dai Piedi del Monte se n’era ito di nascosto dalla famiglia per fare l’unità d’Italia. Ai Piedi del Monte non la presero bene. La voce che tra un pinfero e un angolo rimbalzava com’è normale per il vento che non conosce ostacoli, diceva che il pazzo era morto. Sbattuto a terra da un piombo vagante. Un paesano disse invece che fu una baionetta. Un maligno ben informato assicurò ch’era annegato, altre che eroe! E un altro ancora precisò che laggiù giravano le brutto malattie del caldo.
Giovannino Bilancia guardava quel campo illuminato dal sole. Dentro ci stavano sguazzando i suoi figli, tutti con gli occhi verdi. Ne’ papa, ce lo avuto un bel culo, eh?
Anche il vecchio stava guardando sul fondo, dove la figlia scendeva con il cesto del pranzo. Le gravidanze non l’avevano maltrattata, di sicuro ne avrebbe fatti altri. Diversi per abitudini.
Ninuzzo, non ti fare illusioni. Qui si mangiano solo cicale. Piglia la famiglia e torna e casa tua.
Beppe Cerutti