Lo so, sono in punto di morte. Faccio del mio meglio per tirare tardi ma è inutile farsi illusioni. Anche le visite, ormai, si sono rarefatte: del resto li capisco, che c’è mai da dire a un moribondo? Tutt’al più te ne stai impacciato ai piedi del letto per pochi attimi, ma poi vai. Nel mio caso, inoltre, non ci sarà neppure l’occasione di una prossima visita al cimitero con un mazzolino di fiori. La decisione l’ho presa da tempo e messa per iscritto: cremazione e ceneri sparse al vento. Lo so, sono un megalomane, ma l’idea che una mia infinitesimale particella s’infili nel naso di qualcuno, causandogli un fragoroso starnuto, mi fa sbellicare. L’unico che non molla il pallino è il prete, imperterrito nella speranza di un ravvedimento sul filo di lana. Tutto sommato un bravo ragazzo che non si rassegna alla perdita di un’anima.
Però, per dirla proprio tutta, qualcuno ancora c’è che chiede notizie: è il membro virile, il mio, mi sembra ovvio. Quando meno l’aspetto eccolo che si erge dal suo millenario torpore per chiedere informazioni sul mio stato di salute, sia fisico che mentale. Lo so, sono piccole quanto inutili soddisfazione, tuttavia fa sempre piacere sapere che mentre sto per morire… Insomma, avete capito, finché c’è gnocca c’è speranza. Amen.
Beppe Cerutti