Si intitolo Inseguendo il Cielo (Valentina Edizioni) l’ultimo libro (raccolta foto storie per bambini), ma in uscita ce ne sarebbero altri due, dell’eclettico artista cremasco e giramondo, Arrigo Barbaglio, professore (diritto ed economia) fuori dagli schemi, personaggio stupendo, disponibile e straordinario che, con la sua macchinetta fotografica digitale, in tour per il globo, fotografa, immortala emozioni che poi diventano foto storie, foto fumetti, foto recensioni (generi questi inventati da lui), foto idee, foto emozioni e … opere d’arte.

Alla vigilia della sua partenza per New York, tra una presentazione e l’altro della sua ultimissima, originale fatica letteraria, in quel del Barcelona Cafè, mentre degusta un sorprendente Barbablù, vale a dire il cocktail che il grande Marco Pistone gli ha dedicato… il vulcanico Arrigo siamo andati a trovarlo.

Come ti definiresti?

Un semplice artigiano della fotografia con la passione della scrittura. E badate bene, oggi scrivere comporta una grande responsabilità, quella cioè di scrivere per aprire la mente e il cervello poiché in tempi, come questi, dove tv e cinema generalista offrono spazzatura, ecco che almeno la cultura sia per così dire alta.

Sei autodidatta?

Gli outsider devono viaggiare da soli altrimenti si corre il rischio di finire standardizzati, conformisti secondo canoni preconfezionati pseudo commerciali. Ho sempre scritto, il mio archivio è immenso, dopo la laurea in economia e diritto intrapresi un lavoro sicuro, poi iniziai a insegnare, ma a un certo punto, ricevuto il consenso dalla mamma ho mollato tutto per … viaggiare, fotografare e, quando scatta la scintilla, scrivere, raccontare, stimolare. Fotografo con una semplice digitale presa tempo fa in Indonesia e non ho fatto alcun corso fotografico, semplicemente traggo ispirazione dai vecchi film d’autore, compresi quelli del maestro Fellini che adoro, che almeno una volta alla settimana mi portano a Milano, in un cinema speciale dove tutt’oggi trasmettono, fortunatamente, questo genere.

Il tuo sogno nel cassetto?

Lo sto realizzando vivendo una vita piena.

Dalla tua postazione privilegiata di viaggiatore pensante, come vedi Crema?

Ovviamente è cambiata, ma rimane chiusa quando basterebbe aprirsi un momentino per arginare quel provincialismo che un pochino ci strozza. Tradotto: è una bellissima cittadina, ma non è il mondo.

Favorevole alla moschea in terra cremasca?

Il diritto alla preghiera va garantito a tutti ci mancherebbe. Detto questo bisogna stare attenti: viviamo tempi particolari e certi estremismi latenti vanno affrontati con estrema cura.

Ti hanno mai tirato la giacca chiedendoti di entrare in politica?

Qualcuno ci ha provato ma non potrei mai diventare un politico perderei la mia libertà.

Il tuo piatto preferito?

Gioco in casa e dico Tortelli Cremaschi. Mi considero una buona forchetta, giro spesso per locali e ristoranti e … se scatta l’alchimia ecco scrivo recensioni particolarissime in cui è sempre inserita una storia. Chissà, magari prima di Natale pubblicherò una raccolta con queste foto – storie – recensioni.

E cosa bevi coi tortelli?

Oso e azzardo un affascinante Nikka, whisky torbato giapponese. Posso dire un’ultima cosa?

Certo…

Mi rivolgo ai cremaschi, ma la dritta è in realtà aperta a tutti. Studiare e leggere fa bene e apre orizzonti preziosi: una testa informata e pensante, in questi giorni dove in pochi sanno esprimere qualcosa, fa la differenza.

Stefano Mauri

 

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