I tifosi del Torino sono autorizzati a fare tutti i debiti scongiuri del caso, ma sì questo Torino pensato dal direttore sportivo Petrachi (addetto ai lavori preparatissimo), in sinergia col presidente Urbano Cairo e poi, affidato alle cure di mister (un vero duro dal cuore generoso) Sinisa Mihajlovic, beh ha le carte in regola per rivelarsi la mina vagante positiva del prossimo campionato di serie A.

Detto che il forte difensore Maksimovic potrebbe partire, specificato che là davanti il tandem offensivo Belotti – Ljaic promette scintille e ricordando che a centrocampo Baselli, con un pizzico di fortuna, ecco dovrebbe raggiungere l’obiettivo fondamentale di consacrarsi definitivamente, il Toro edizione 2016 – 2017 dallo spirito arrembante che certamente garba un sacco alla bandiera granata, un tempo difensore tosto, ora team manager pragmatico, Giacomo Ferri ha tutte le carte in regola, e i requisiti per stupire.

E Mihajlovic, allenatore capace dall’animo passionario – passionale, reduce dalla sfortunata parentesi milanista ha una voglia matta di ripartire forte per tornare a illuminare la scena come ha fatto, sino a due stagioni fa in quel di Genova, sulla sponda blucerchiata della Lanterna.

Difficile dire ora se i Mihajlovic Boys avranno qualche chance di lottare per un posto al sole in zona Uefa, ma sulla carta, gli ingredienti per cucinare un piatto accattivante ci sono tutti. Il compito di amalgamare i vari componenti e accendere il fornello tocca al cuoco Mihajlovic.

Stefano Mauri      

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