La Juventus in Europa, opposta al Partizan (ci mancava soltanto avesse stentato dirà qualcuno, ndr), almeno per quanto riguarda la fase realizzativa, con 4 reti segnate finalmente si è sbloccata. Particolare non indifferente: ad un certo punto della gara, mister Max, per adesso ancora Malinconia, Allegri ha provato la difesa a 4 abbozzando una specie di 4 – 2 – 3 – 1, che se è vero che più del modulo incide l’atteggiamento, ecco è altrettanto vero che in Europa, la difesa a 3 suona eccessivamente difensivista. Bravo mister: sperimentare… giova. Ergo pure in campionato bisognerebbe provare ad andare oltre il canonico 3 – 5 – 2. No?
A proposito, causa un calciomercato a metà, i troppi infortuni e, i lenti recuperi dei centrocampisti Marchisio e Mandragora, Allegri in Champions si è visto costretto a schierare, titolare, il brasiliano Hernanes (l’estate scorsa offerto un pochino a tutti, forse … Pro Sesto inclusa, ndr), il quale, nel ruolo di playmaker, lasciato in pace e chiamato alle giocate tanto essenziali, quanto semplici e fondamentali, beh sa e può dire la sua, aspettando gennaio e il mercato di riparazione, e non è detto… sia peggio del promesso sposo, poi sfumato, Witsel.
Applausi per mister Luciano Spalletti, il quale, definito tra le altre cose, in un’intervista (congratulazioni alla Gazzetta per lo scoop) destabilizzante da Ilary Blasi, stupenda signora Totti: <Piccolo uomo>, ecco da autentico leader, smorzando qualsiasi polemica ha replicato alla showgirl, scherzando e senza prendersi sul serio, donandole per gioco, il disco appunto intitolato: “Piccolo uomo”. Chapeau!
Per chiudere, o meglio, chiudendo: vi è mai capitato di assistere a un’intervista di Maurizio Sarri, bravissimo quando non piange e si lamenta troppo, trainer del fortissimo (da scudetto) Napoli?
Detto che come tanti suoi colleghi purtroppo spesso eccede in banalissimi luoghi comuni parlando senza niente dire, a volte non solo manco guarda in faccia l’intervistatore, ma neppure getta l’occhio verso la telecamera guardando, per intenderci alla Mourinho dei tempi d’oro, tirandosela un po’… altrove.
Mah!
Stefano Mauri