Non è mia consuetudine rispondere a opinioni espresse a mezzo stampa, ma stavolta debbo fare un’eccezione per lo scritto del Cons. Umberto Bellodi, portavoce dei Soci Fondatori e Sostenitori della Fondazione San Domenico, e lo farò seguendo i punti più salienti del comunicato.
- Comunque la si pensi, la valutazione del bilancio consuntivo della Fondazione San Domenico riguarda direttamente i contribuenti cremaschi e io, nonostante sia l’espressione della minoranza consiliare, non avrei voluto altro che votare SI (cosa che ho fatto più volte, compresa l’elezione del Presidente).
- E’ vero, il bilancio ha presentato un saldo positivo, peraltro del tutto casuale, di 31.000 euro, tuttavia, su un bilancio di poco più di 900.000 euro di cui quasi la metà provengono da fondi pubblici, potremmo anche dire che la Fondazione ha un saldo negativo di oltre 400.000 euro. Mi chiedo solo che accadrebbe se mancasse, anche solo in parte, il finanziamento pubblico.
- E’ vero anche che il Presidente e i Consiglieri di nomina “privata” si sono mossi in costante e unanime accordo e che quelli di nomina politica si sono spesso dissociati, sempre e comunque con motivazioni concrete e documentate. Anzi, molte decisioni sono proprio state approvate con tale maggioranza, pur registrando il voto negativo o l’astensione dei Consiglieri “politici”. Solo nel caso dell’approvazione del bilancio lo Statuto riserva ai rappresentanti della Città di Crema il potere di bocciarlo con due voti contrari su tre. Inoltre prevede che le decisioni siano prese dal CdA e non riconosce il ruolo di “Consigliere di Amministrazione”: è il caso di cambiare lo Statuto per non avere questi fastidiosi intralci, o, forse, di estendere questo potere a tutti gli atti amministrativi che incidono sul bilancio?
- I “risultati significativi”, come l’aumento degli Iscritti al Folcioni e degli abbonati al teatro, a me non risultano, anzi mi risulta che mai come quest’anno le classi di strumenti classici (che sono la ragione per cui è nato l’Istituto) siano in grave crisi. Comunque esistono solo delle comunicazioni verbali non documentate che ciascuno può interpretare come meglio crede.
- Dove, quando e come si è discussa ed approvata la “strategia triennale”? È attribuita dallo Statuto al CdA e non al Presidente, al Direttore artistico o al Coordinatore didattico, e non può certamente essere sostituita da una ridda di iniziative presidenziali.
- E’ vero anche che gli aspetti tecnici del bilancio sono stati toccati solo in parte dai dissenzienti, ma forse vale la pena di ricordare che, per verificare seriamente i dati di un bilancio fitto di interrogativi, non possono bastare i due giorni concessi, dato che un documento leggibile si è ricevuto solo lunedì sera.
- Lezioni di coerenza sono sempre utili e se ne deve far tesoro, visto quanto scarseggia nel nostro tempo. Anch’io, infatti, ritengo che il Consigliere Lazzari abbia manifestato una coerenza invidiabile, ma nel motivare il suo voto, non nel dimettersi.
- Comprendo anche l’“apprezzato atto di dimissioni”, peraltro richieste anche al sottoscritto, ma temo che il Prof. Lazzari debba formalmente presentarle al Consiglio Comunale, che le dovrà mettere all’ordine del giorno e votarle, non alla Fondazione, che potrà solo prenderne atto.
- Vorrei tranquillizzare anche sulla “coscienza lacunosa della responsabilità amministrativa istituzionale”, per me forte al punto da accettare, proprio per coscienza, coerenza e rigore morale, situazioni e tensioni molto imbarazzanti quali quelle che si sono venute a creare, mio malgrado, in alcune riunioni del CdA. Vorrei anche ribadire che l’essere “esperto”, cioè sapere di che cosa si parla, non pregiudica affatto l’essere anche un buon amministratore e viceversa.
- Credo che la riflessione sulla situazione della Fondazione richieda molta attenzione da parte degli organi preposti: al di là dei comprensibili e condivisibili auspici, il Consigliere Lazzari si è dimesso “dopo” il voto e non “prima” e quindi il bilancio non è stato approvato. Credo perciò che la strada della semplice surroga, magari con un Consigliere meno “esperto”, seguita da una riproposta del documento bocciato, possa davvero dare prova di quella “coscienza lacunosa della responsabilità amministrativa istituzionale”di cui mi si accusa.
- Concludo ricordando al Consigliere Bellodi che il mio voto è stato condizionato anche da mancate risposte a legittime richieste che avevo avanzato con lettera ufficiale protocollata oltre tre mesi fa, nella quale chiedevo di conoscere il patrimonio della Fondazione, comprese le opere che gli espositori lasciano in cambio dell’uso della sala; di visionare copia dei contratti del Direttore artistico e del Coordinatore didattico; di conoscere l’entità dei rimborsi spese erogati dalla Fondazione e copia delle delibere che hanno variato lo Statuto originario (il bilancio preventivo dovrebbe essere approvato entro il 30 giugno, ma pare che una delibera di un passato CdA abbia prorogato il termine, ma sarà vero?).
Tanto è dovuto per la verità dei fatti.
Domenico Baronio
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