Espressione unanime della Segreteria del Partito della Rifondazione Comunista di Crema. Considerazioni in merito alla vicenda della mancata approvazione del Bilancio Consuntivo della Fondazione San Domenico

Ritengo che il Consiglio Comunale di Crema abbia nominato Fausto Lazzari nel CDA della Fondazione San Domenico soprattutto per la sua esperienza maturata nel mondo del teatro e dell’organizzazione di avvenimenti culturali ad esso legati, al fine di far sì che questa esperienza potesse fornire un contributo positivo alla costruzione di una struttura sempre più al servizio dei cittadini, attraverso una gestione consapevole e originalmente legata al territorio.  Rifondazione Comunista lo ha proposto proprio perché riteneva che Fausto, uomo di grande cultura, potesse dare un contributo valido, innovativo, contemporaneo, che sapesse valorizzare le avanguardie dando a molti la possibilità di esprimersi.

Fausto si è posto all’interno nel CDA con questi obbiettivi e con spirito di collaborazione, ma da parte del Presidente vi è stato un atteggiamento di scarsa condivisione amministrativa. Strada ha considerato la propria amministrazione alla pari di quella necessaria per un qualsiasi esercizio commerciale. Dalle dichiarazioni pubbliche di Lazzari infatti si evince che per il suo Presidente “(…) la gestione amministrativa di una fondazione teatrale come la nostra è la stessa di quella di una macelleria” e di conseguenza “oltre al trauma provato è iniziato un percorso di frustrazione e di sofferenza per le difficoltà a mettere in pratica ogni forma di partecipazione critica e costruttiva” da parte del consigliere. Ritenendo questo un affronto alla cultura teatrale, mi chiedo, perché Strada non gestisca una cooperativa di consumo, essendo questa all’apparenza più confacente alla sua visione.

In un CDA dove la collegialità, la condivisione e il confronto sono parole alle quali non viene dato il giusto peso, ma prevale l’autoritarismo (da non confondere con autorevolezza) ed il personalismo, non può esserci una gestione della cosa pubblica trasparente, quanto piuttosto viziata da chi pensa di decidere tutto e di far perdere così al CDA la sua sovranità.

Questa situazione di disagio all’interno del CDA era conosciuta, come si evince in una nota mandata dal Sindaco ai consiglieri comunali dopo la non approvazione del bilancio della Fondazione San Domenico. La Bonaldi infatti afferma: “un disagio maturato in lungo tempo, per il quale l’unico rammarico è che non vi siano state occasioni per palesarlo ai membri del Consiglio Comunale che lo hanno espresso al Presidente Strada” perciò Strada era consapevole delle difficoltà presenti nel Consiglio e ne ha sottovalutato le problematiche, che poteva invece discutere se invece di andare dritto per la sua via finendo poi in un vicolo cieco avesse proposto un momento di reale confronto interno.

Nel ultimo CDA della Fondazione Strada ha superato ogni limite per salvare se stesso chiedendo di verbalizzare le dimissioni di Lazzari, prima ancora che lui le depositasse, così da impedirgli di votare.

Un presidente che non capisce di essere in difficoltà gestionale e di mettere in difficoltà la Fondazione per la propria caparbietà, che non è in grado di confrontarsi con i membri del suo CDA e con chi lo ha eletto, Sindaco e Consiglio Comunale, non può mantenere tale ruolo. Chiediamo dunque che Strada dia le proprie dimissioni per poter permettere al Consiglio Comunale di valutare l’opportunità di un nuovo CDA.

 Segreteria del Partito della Rifondazione Comunista di Crema

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