C’era una volta, neppure tanto tempo fa e c’è ancora adesso, un grande cremasco, vale a dire il vulcanico Antonio Zaninelli, esponente di spicco dell’Ascom (da poco, dopo aver ceduto la presidenza a Silvi ne è diventato vicepresidente) che, per vedere l’effetto che fa e, soprattutto per creare, di fatto, un grande centro commerciale all’aria aperta, ecco attraverso una tensostruttura mobile, semplificando: da chiudere (cioè) d’inverno e da aprire d’estate, voleva coprire via Mazzini, arteria pulsante, per carità senza nulla togliere a via XX Settembre e alle altre strade cittadine, del business nella capitale del Granducato del Tortello. L’idea, per certi versi geniale, provocatoria, propositiva, intensa, sfacciata e avanti, cadde però poi nel vuoto.

Ebbene oggi, a distanza di tempo, con l’avvento della filodiffusione musicale (musiche natalizie per la gioia di quasi tutti) in centro storico, rivista, riadattata, sminuita, rivisitata, rimodellata, la prospettiva di creare, da piazza Garibaldi alle quattro vie, un salotto consacrato al commercio, pur timidamente ha ripreso quota. E il progetto merita la massima attenzione, così (però) come, parallelamente, anche via XX Settembre, piazza Trento Trieste (spazio vitale che, per dirla alla Beppe Riboli, andrebbe restituito alla realtà cremasca) e l’intera periferia nostrana andrebbero inquadrate con piglio maggiore. Che Natale e le musiche annesse con l’Epifania scivoleranno inevitabilmente via, mentre i commercianti autoctoni meritano sostegno 365 giorni l’anno. No?

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