“Andiamocene altrove, nei villaggi vicini, perché io predichi anche là” : questo il passo del Vangelo scelto dal nuovo vescovo di Crema don Daniele Gianotti per fotografare, nell’immediatezza, l’essenzialità della sua nomina. Già ma perché Papa Francesco, quando tutti davano per certo che la nuova guida della diocesi cremasca sarebbe arrivata da Milano, sbaragliando le carte ha scelto l’erede di monsignor Cantoni dall’Emilia Romagna?

Allora monsignor Franco Agnesi, “martiniano” (nel senso che si colloca in quella sfera ecclesiastica vicina al compianto Carlo Maria Martini, leggendaria guida della chiesa meneghina che fu) di ferro e il “tettamanziano” (ergo vicino a Dionigi Tettamanzi vescovo emerito di Milano) monsignor Carlo Faccendini, vale a dire i due grandi favoriti, fino a qualche ora fa (almeno), nella successione all’attuale pastore di Como monsignor Cantoni, per vari e importanti motivi non si muoveranno dalla sfera del capoluogo milenese e dai loro costruttivi, strategici incarichi.

Sì da quelle parti, aspettando di capire se Sua Eccellenza Scola, come sembra andrà a breve in pensione, la curia è in fermento e don Agnesi, condizionale d’obbligo, se non diventerà addirittura un “protagonista” prezioso per il cosiddetto dopo Scola ecco, certamente crescerà ulteriormente nell’ambito della chiesa lombarda (e non solo forse). Faccendini invece, Vicario della Zona 1 ambrosiana, da quelle parti per così dire pareggia i conti, respirando aria cosiddetta “progressista – tettamanziana”, con la quota, diversa dalla sua, ciellina di Milano.

Tornando sulle rive del fiume Serio che pastore sarà don, anzi, monsignor Gianotti per i cremaschi? Sacerdote mediatico (www.dgianotti.it è il suo sito) quanto basta, musicista (suona l’organo), uomo di cultura, pensiero e azione è molto informato, addentro, attento e sensibile in tema di accoglienza ed evangelizzazione. Per farla breve, il sorridente (sorriso che rassicura e rasserena) don Daniele sembra proprio la guida giusta per la chiesa del Granducato del Tortello. Scommettiamo?

Stefano Mauri

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