Monsignor Daniele Gianotti farà il suo ingresso ufficiale alla guida della Diocesi cremasca domenica 2 aprile, quindici giorni prima della Santa Pasqua. Al telefono, col nuovo vescovo di Crema abbiamo scambiato quattro chiacchiere.
Eccellenza, tra le preziose cose che ha fatto nell’ambito delle sua vasta esperienza sacerdotale si è occupato di scout, quindi di giovani, e di carità con la sinergia tra la chiesa emiliana dove operava e alcuni centri missionari in Africa. Tematiche giovanili e accoglienza saranno temi vivi anche nel suo nuovo impegno alla guida della curia cremasca?
Indubbiamente con me porterò ciò che appartiene alla mia storia personale, ma non solo quello. Innanzitutto però dovrò conoscere il territorio e le sue dinamiche.
Sbaglio o i giovani, magari complice il coinvolgente papato di Papa Francesco stanno tornando protagonisti attivi, vivendo con maggior partecipazione la loro cristianità?
Allora non ho in mano dati e numeri precisi per fare raffronti, ma posso dire che a livello qualitativo i ragazzi e le ragazze sì stanno riscoprendo la … partecipazione. Questo senza dubbio è merito anche di Papa Francesco la cui semplicità sa colpire. Più di amici e complici i giovani hanno bisogno di guide sicure, soprattutto in questo mondo fluido dove si fatica a trovare la giusta rotta.
La semplice spontaneità del Papa e il suo essere diretto giovano alla chiesa, no?
Certamente la semplicità e la sua riscoperta piacciono, così come sono positivi gli orizzonti belli e ottimistici indicati quotidianamente dallo stesso Papa Francesco.
Lei è impegnatissimo su vari fronti lì nella sua Emilia. Il trasferimento a Crema le comporterà parecchi cambiamenti…
Sì il taglio col mio recente passato e con la stretta attualità saranno netti, non a caso, l’esperienza di Abramo riassunta dal seguente passo: <Lascia la tua terra e vai> racchiude l’essenza di quanto mi è stato prospettato con la nomina vescovile. Ma del resto, la vita di un prete porta a fare sempre qualcosa di nuovo.
Eccellenza cosa si aspetta dal suo per così dire essere vescovo di Crema…
Sarà fondamentale capire, respirare e conoscere la terra cremasca, territorio a me totalmente sconosciuto, ma mi metterò immediatamente al servizio per camminare insieme e lo farò in modo dinamico perché per come intendo la via sacerdotale dinamismo, crescere e andare costantemente in avanti nella direzione indicata dal Signore sono prerogative essenziali. Sento intorno a me la vostra curiosità, la vostra attesa, la vostra attenzione e tutto ciò mi conforta poiché il mio essere prete mi porterà a vivere qualcosa di estremamente nuovo con le annesse difficoltà che all’inizio potrebbero sorgere. Le dimensioni ridotte della Diocesi di Crema mi aiuteranno probabilmente a calarmi il prima possibile nel percorso da percorrere, non mi limiterò a essere visto principalmente come un burocrate.
Come mai abbiamo smarrito il gusto della preghiera?
Non è facile rispondere a questa domanda, quesito che più volte mi sono posto e mi pongo. I ritmi frenetici cui quotidianamente siamo sottoposti non aiutano, ma è importantissimo prendere del tempo per recuperare quella parte contemplativa e mistica della vita ricordando sempre la centralità di Dio e senza timori nell’ affrontare il silenzio che, il porsi contemplativi e introspettivi comporta. Pure per i non credenti ritengo sia fondamentale l’interrogarsi, il fermarsi un attimo quando fuori tutto corre e scorre per … pensare, appunto contemplando.
Stefano Mauri
L’intervista è stata ospitata anche dal settimanale InPrimapagina