Stefano Usini appassionato musicista cremasco è … sempre in tour, con un gruppo di colleghi e con dei comici per portare in giro, in vari teatri italiani, la rappresentazione “Ciao Maestro”, vale a dire un bel tributo postumo al compitano cantautore Enzo Jannacci. Questo spettacolo, perché no, a Crema, magari al San Domenico ci starebbe benissimo. No? Giriamo il quesito al presidente della Fondazione Peppino Strada. Intanto proseguiamo che, quando non canta Jannacci, insieme alla collega cantante Michaela Negri, rigorosamente live, il buon Stefano lo si trova per locali lombardi sempre impegnato a fare musica. Con lui abbiamo scambiato quattro chiacchiere.

Come è iniziata la tua nuova esperienza artistica legata al mitico cantautore – dottore milanese per Eccellenza?

Sono un grande estimatore, o meglio, un accanito fan del fantastico Enzo. Posso tranquillamente dire che la mia iniziazione alla musica, quando ero fanciullo, beh è arrivata grazie a lui e all’ascolto delle sue intramontabili canzoni. Penza che neppure quattordicenne, un giorno presi l’elenco telefonico di Milano e sotto la voce Iannacci dottor Enzo trovai il suo numero. Pigliai il telefono e, vincendo la timidezza, parlai con la moglie; poi alla sera, emozionatissimo, dopo aver richiamato riuscii finalmente a parlare col disponibilissimo maestro.

Quindi sarai emozionato a suonare in suo onore.

Certamente e sul palco noi avvertiamo la sua presenza magica, così come penso avvertano qualcosa pure i numerosi spettatori in platea. Per il sottoscritto inoltre l’emozione è doppia perché mi esibisco, cantando alcuni brani di Jannacci, accompagnato dal suo gruppo storico, una band composta dai seguenti artisti: Marco Brioschi, Paolo Tomelleri, Sergio Farina, Piero Orsini e Flaviano Cuffari. I comici che ci accompagnano alternando, a pezzi musicali, loro interventi invece sono Osvaldo Ardenghi e il duo Bove – Limardi. Chi ci ha messo insieme organizzando, di fatto, tutto lo spettacolo è la produttrice Silvia Reggiani, naturalmente pure lei appassionata ammiratrice di Enzo, Dario Barezzi è il regista.

Jannacci a parte hai un cantate preferito o di riferimento?

Amo il mondo cantautorale italiano.

Oltre al tour teatrale per l’omaggio al mitico cantastorie milanese hai altri progetti in cantiere?

Mah sto lavorando a un album di inediti, vedremo se alla fine quaglierà qualcosa. Poi ho un libro in cantiere e ho il live nel sangue. Poi sai penso che fare un Cd non convenga più, bisognerebbe inventare altre strade per portare in giro la musica.

Sfruttare al meglio Internet e il computer?

Non saprei, del resto non sono propriamente un cultore di tali mezzi elettronici, utili per carità, ma fino a un certo punto e solo se utilizzati con raziocinio che… il virtuale all’eccesso tende a standardizzare, uniformandoli, tuti i suoni.     

Hai mai pensato di partecipare a un talent show musicale?

Per il momento no, ma mai dire mai tuttavia. Ad onor del vero comunque penso che tutti questi reality musicali con l’eccessiva esposizione televisiva che ne consegue, ecco non facciano troppo bene alla musica italiana.

In effetti avessero iniziato ai tempi del Live, artistoni quali Vasco e Zucchero non sarebbero riusciti ad emergere dato che non sono esplosi subito…

Sì in effetti uno dei difetti dei talent è che tutto deve succedere in fretta senza dimenticare che creano cantati fondamentalmente mediatici con canzoni vagamente simili.

Hai ragione certe canzoni alla radio sembrano tutte uguali, no?

Risposta affermativa alla quale aggiungo un’altra domanda? Ti ricordi e ricordate le canzoni del Festival di Sanremo 2016?

Onestamente ricordo soprattutto quella degli Stadio che ha vinto, ma molto vagamente…

Vedi tutti si somigliano e si inseguono ma per fare musica bisognerebbe anche tornare a offrire qualcosa di diverso dai soliti spartiti. E fondamentalmente occorre ritornare ad osare. No?

Stefano Mauri

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