Innanzitutto, per dare a Max ciò che è di Massimiliano Allegri una premessa, soprattutto perché quando c’era, c’è e ci sarà da smuovere qualche appunto ci siamo stati, ci siamo e ci saremo.

Ecco ciò detto se la Juventus in Portogallo, nella tana del Porto (club non irresistibile, ma pur sempre ostico), col minimo sforzo ha vinto, essenzialmente il merito è proprio dell’allenatore veneto il quale ha, oggi, i seguenti (tra gli altri) meriti (e aggiungiamo un pizzico positivo di fortuna): la tribuna di Bonucci (gesto da trainer con le palle, ma di rottura) non ha scosso l’ambiente, il modulo 4-2-3-1 ormai è nel Dna della Vecchia Signora e dà i suoi frutti, i cambi azzeccati (Pjaca e Dani Alves subentrarti si sono fatti notare subito) hanno … apportato una tonificante vittoria.

Può vincere la Champions questa Juve a … tutto Max? Lo scopriremo vivendo, ma certamente, a differenza di altre volte, beh la concorrenza non sembra irresistibile e, particolare non indifferente, l’equipe juventina oltre ad avere una rosa ampia, in chiave europea, condizionale d’obbligo, parrebbe più consapevole (concentratissima ma serena e con personalità) dei propri importanti mezzi.

Ora però testa alta, guardia altissima, occhi da tigre e guai a sottovalutare il ritorno col Porto sodalizio che nel match d’andata ci ha messo del suo nel complicarsi la vita. No?

Stefano Mauri    

 

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