Avete presente quando ricevete un messaggio da vostro gestore telefonico, o una lettera dalla vostra banca, in cui vi si dice. Amico, cliente, socio… niente noi da domani cambiamo il contratto. Perché ci va così. Te non puoi farci un bel tubo di nulla. Se ti va puoi recedere. Ecco. La partita di Scrp la sta raccontando bene Antonio Grassi. Ma vale la pena di anticipare una cosa che il buon Grassi da Casale non ha ancora tirato fuori. In Scrp si sta discutendo di un cambio di statuto, una cosa legata alla legge Madia, non stiamo ad entrare in tecnicismi che per ora non ci interessano.
La cosa importante da dire è che questo cambio di statuto apre una finestra di recesso da parte dei soci, cioè i comuni. Ora. Pare che qualche piccolo comune, dopo magari vi diremo anche i nomi, stia facendo balenare l’idea che: ma si, perché non tagliare la corda da Scrp tanto che c’è l’occasione? Insomma potrebbe darsi che nei prossimi mesi si assista a qualche dipartita. E allora si aprirebbe un bel interrogativo: ma Scrp ha ancora senso di esistere così come è adesso? Ai poteri l’ardua risposta, anzi a Grassi.
Emanuele Mandelli