Allora, indubbiamente mister Maurizio Sarri, toscanocampano ruspante, fumante, fumantino e un tantino imbronciato, beh è un ottimo insegnante di football, un maestro davvero super e, in fondo, beh è anche un buon trainer di campo. Questo pur difettando in materia, importante a certe latitudini, delle pubbliche relazioni, ed eccedendo, limite pressante questo, in piagnistei un tantino sofistici e… nell’indossare costantemente una tuta a tratti persino stropicciata.
A questo bisogna aggiungere un particolare indicativo, vale a dire che i suoi predecessori alla guida del Napoli, cioè Mazzarri e Benitez, magari giochicchiando meno bene, alla piazza messaggi incisivi e vincenti, a modo loro li avevano lanciati e lasciati. Quando il Napule di Sarri, dato che l’insegnante di football potrebbe restare alla corte di Aurelio De Laurentiis vincerà qualcosina? Lo scopriremo vivendo, ma per fare questo l’ex mister vincente (che in provincia per vincere servono meno cose rispetto alle grandi piazze) dell’Empoli dovrebbe pensare meno alle prestazioni e concentrarsi maggiormente sull’incisività del giuoco. Non trovate?
Massimiliano Allegri? Non garba a molti juventini, personalmente neppure io impazzisco per lui, ma da quando è sulla sponda bianconera del Po torinese ha vinto sempre in Italia e inviato messaggi importantissimi in Europa. Pur conoscendo la tattica, Allegri, astuto toscano di mondo non ne fa un dogma e, reggendo le pressioni, lassù dove osano le aquile bada alla pratica evitando di opprimere i suoi allievi con tatticismi esasperanti – esasperati. Ergo, tra Sarri ed Allegri, meritatamente prevale il secondo. Dite che pur vincendo la Juventus gioca male? E come giocavano l’Inter di Mourinho e la Juve di Capello? Dulcis in fundo come gioca l’Atletico Madrid di Simeone?
Stefano Mauri