Siamo nel cuore del Lazio, precisamente in località Le Ferriere in provincia di Latina, territorio questo un tempo paludoso, bonificato nel 1930 e … oggi, appunto grazie anche all’impegno di viticoltori e aziende quali appunto Casale del Giglio… trasformato in zona ad alta (nel senso di buona ed elevata) produzione vitivinicola.
Ergo sì, l’Agro Pontino, non lontano dal mare, ecco attraverso il lavoro di agricoltori capaci, senza dubbio rappresenta attualmente il bello dell’Italia (o almeno uno spaccato di essa) del fare con spiccate analogie, solo per fare un piccolo esempio e restando in campo prevalentemente enologico, col Medòc bordolese, “terroir” questo di straordinari rossi affascinanti che incantano senza stancare.
A proposito, la bottiglia della settimana, ovviamente non poteva non essere un Rosso, e, concedetemi la ripetizione, che Rosso, dato che Mater Matuta (dea adorata dalla antiche civiltà latine e protettrice della vita nascente, della fertilità), etichetta simbolo della cantina Casale del Giglio, ma soprattutto Bandiera autentica del Risorgimento vinicolo laziale, semplicemente è un vino che prende e non ti molla più.
Ottenuto da uve Syrah e Petit Verdot, questo gioiello dell’Italia del buon Bere, per due anni affina (evolvendosi) in botti barriques e per altri 10 mesi in bottiglia. Il risultato? Vino potente, unico, mediterraneo al massimo, denso di sfumature fruttate, sentori di fiori appassiti e spezie dolci. Udite, udite … se volete provare una sensazione avvincente, prima di assaggiarlo chiudete gli occhi un attimo e torniamo fanciulli: soltanto così in bocca, il Mater Matuta esploderà con sensazioni di mora, frutti di bosco, vaniglia e un tannino ottimo, magistralmente in grado di incantare senza stancare. Chapeau!
Stefano Mauri