Il “Daspo” che ha colpito il “tennico” è terrificante: negato l’accesso a tutti gli stadi nazionali e internazionali (dalle rive atlantiche del Portogallo fino agli Urali). Come se non bastasse, le autorità preposte si sono accanite fino a colpirlo nei più profondi affetti: non può seguire neppure le partite domenicali all’oratorio del quartiere, dove il nipotino promette bene come centrocampista.
Mercoledì, 23 ottobre, il “nostro” era avvilito: Real Madrid vs Juventus, Champions League, che lui si ostinava ancora a chiamare Coppa dei campioni. In via del tutto eccezionale gli era stato concesso di seguire la partita davanti alle televisione dell’Osteria, sotto la sorveglianza di un paio di questurini. L’incontro sarebbe iniziato alle 20,45 sul meridiano di Madrid, ma già dal mattino il gomito intrepido era appoggiato al bancone: “Gaspare, dammi un bianchino.” Alle 12,30 venne raggiunto dal dottore (quello dell’auto medica); insieme commentarono i residui tonanti di un temporale fuori stagione: la prima “tronata” si manifestò alle 12,47, l’ultima alle 13,20.
“Cazzo, sembra di essere in agosto”, disse il medico curante.
“Cazzo, perché non telefona?!”
“Chi?”
“L’Innocente, ostia!”
“E chi sarebbe?”
Il “tennico” ebbe un gesto di fastidio e toccò all’oste spiegare allo sprovveduto: “Innocente Secondo è il suo osservatore preferito. Gli avventori di fede bianconera hanno organizzato una sottoscrizione con ricchi premi e cotillons per pagargli la trasferta e una schede telefonica ad libitum, in maniera d’avere una cronaca diretta e globale dentro e fuori del Santiago Bernabeu. Capito?”
“Innocente Secondo?”
“Sissignor dottore! Nome e cognome registrati all’anagrafe e sul libro della parrocchia. Imparò di calcio fin dal momento in cui fu partorito: rifiutò il forcipe e parò di testa un possente starnuto della levatrice. Disgustato, rientrò nell’alveo materno e decise che dal suo candido lettino l’avrebbero tirato fuori soltanto per i piedi. Nacque podalico, per nulla impressionato da quel principio di soffocamento che tanto preoccupava gli addetti ai lavori in camice e anche la partoriente che, dal dolore, smoccolava come una perduta donna portuale. Dopo essersi ripreso, dimostrò di saper giocare alla grande con entrambe le leve. Fu ammonito per gioco scorretto, entrata a gamba tesa, nei confronti del personale sanitario presente al lieto evento.”
La prima chiamata arrivò verso le 16 per esaltare la bontà delle tapas. La seconda mezzora più tardi, direttamente dall’interno della cattedrale calcistica castigliana: “Qui c’è ancora un cazzo di nessuno.” Poi il silenzio e il “tennico” presagì la tragedia: penultimi in classifica, preceduti anche dal Gallattassarrai, come diceva il Mario Sanna, ex magazziniere sommergibilista proveniente dalla Maddalena.
“Io apostrofo, tu apostrofi, egli no. Perché? Perché è un somaro.” Venne colto da delirio all’inizio del secondo tempo quando, alcuni minuti dopo l’espulsione di Chiellini, si diffuse la notizia che la Guardia civil aveva cacciato dai confini borbonici Innocente Secondo, colpevole di reiterate e pesanti intemperanze nei confronti di…
Mentre il “tennico” veniva adagiato sulla barella, il medico curante chiese: “Ma somaro a chi?”
“Dottore, solo un somaro può far giocare Marchisio all’ala destra e Ogbonna terzino sinistro. S’è visto mai?!” Poi ci fu solo il lacerante ululato della sirena.
Beppe Cerutti