La rubrica di Sussurradio Un disco in una notte stanotte, dalle 22 all 3, affronta una pietra miliare del rock. The dark Side of the moon. Lo speciale viene completato dalla riproposizione di una ricerca iconografica sulla copertina che ho realizzato alcuni anni or sono. Buon ascolto e buona lettura.
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Un raggio di luce dal profondo buio si insinua, colpisce un prisma di vetro e si scompone nei colori dell’arcobaleno dando vita a mille riflessi. Un principio fisico, un effetto ottico, un idea geniale.
Marzo 1973, nove mesi di sala di registrazione, una partitura complessa fino all’ inverosimile con mille sfaccettature sonore, oltre sei mesi di test gig, ovvero esibizioni in cui veniva eseguita la partitura per intero per risolvere ogni problema per testare le reazioni del pubblico, basti pensare che venne eseguito per la prima volta al ‘Raimbow’ di Londra nel giugno del 1972.
Quando la EMI decise di presentare il disco in grande stile al “Planetarium” di Londra nel febbraio del 1973 al posto dei quattro autori c’erano delle figure di cartone a grandezza naturale che da dietro una scrivania salutavano i giornalisti. “Noi avremmo voluto molto semplicemente presentare in maniera degna il missaggio quadrifonico dell’album, una tecnica che aveva dato risultati davvero sorprendenti, ma alla EMI insistettero per una conferenza stampa classica.. rispondemmo ‘ci sembra proprio una cattiva idea’ e non vi partecipammo”
Il disco raggiunse velocemente la vetta delle classifiche sia in Inghilterra che negli stati uniti, e in classifica vi rimase per più di otto anni ininterrottamente vendendo uno sproposito di milioni di copie. Naturalmente avrete gia capito che stiamo parlando di
THE DARK SIDE OF THE MOON
Quarantadue minuti di musica che rasentano e alle volte superano la perfezione. Un concept basato sugli stress dell’uomo moderno e sulle sue paure. I Floyd arrivavano dal mezzo passo falso di Oscured by clouds, colonna sonora del film ‘La Valee’ che lasciò decisamente perplessi pubblico e critica. I tempi della psichedelia e di Syd Barret erano lontanissimi. Lontani anche i tempi di Atom heart mother e Meddle e delle suite sperimentali che tenevano tutto un lato di LP.
Dark side è la maturità piena, ma anche l’accessibilità al grande pubblico.
Quella mitica copertina nera, un icona perfetta dell’incomunicabilità, un immagine che ti si stampa nella memoria. Ma, come vedremo più avanti, mille curiosità. Ma prima è giusto parlare un po’ del contenuto di questo masterpiece.
Il disco si apre con Speak to me un cacofonico intro scritto da Nick Mason. Un cuore che batte senza emozioni, soldi che tintinnano, parole e l’uomo che ride. Ma i rumori si compongono per fluire alla perfezione nell’incipit di Breathe melodia Floydiana fino alle ossa con un fantastico testo in cui un rarefatto Waters canta quasi in trance, percorrendo lo schema circolare del pezzo (Respira nell’ aria, non aver paura di doverti preoccupare. Parti, ma non lasciarmi…Corri coniglio corri. Scava quel buco, dimentica il sole..)
Rumori e annunci aeroportuali lasciano il posto alla strumentale On the run unica concessione di tutto il disco alla psichedelia classica, tastierismi, vibrazioni, voci che si intrecciano e la catarsi finale di suonerie che introduce la fantastica Time. Lente sequenze di basso cupe percussioni e poi finalmente il canto punteggiato dalle secche distorsioni di chitarra (Sciupi e sperperi le ore in una strada fuori mano, vagolando in un pezzetto della tua città).
Senza troppi preamboli si ripresenta Brathe per un breve reprise che magicamente da vita senza soluzione di continuità alla splendida The great gig in the sky una travolgente interpretazione vocale, la donna che riprende il suo posto nella vita dell’ uomo. Jean-Marie Leduc ha dichiarato: “Nel momento in cui il canto lirico e il gospel perdono terreno nei confronti della moderne apparecchiature elettroniche i Pink Floyd hanno restituito alla voce umana il posto che gli confà”.
La seconda facciata si apre con uno dei superclassici del gruppo Money un brano aritmico che si sposta circolarmente su un ¾ un 4/4 arrivando addirittura ad un 5/4 nelle chiusure delle strofe. Un sax stridente punteggia i momenti caldi del brano, capolavoro (Il denaro è un crimine, dividetelo equamente ma non prendete una fetta della mia torta).
Un Hammond strascicato introduce Us and them scritta avariati anni prima per la colonna sonora del film Zabrinkie Point di Michelagelo Antonioni era conosciuta in precedenza con il titolo The Violence sequence. Un arrangiamento introspettivo e lineare per un brano dall’architettura sonoro molto calda. Le poche frasi di sax dell’ospite Dick Parry danno il giusto peso al brano (Noi e loro e dopotutto siamo solo individui comuni).
Leslie e riverberi dell’organo di Wright assoluti protagonisti dello strumentale Any colour you like detta anche prima conclusione per il piglio da the end.
Ma non è finita, anzi. Su una base ritmica di spazzole in controtempo esplode il tema della follia Brian damage brano chiave dell’album da cui viene tratto il titolo del album (I’ll see you in the dark side of the moon) e che tira le fila di tutti i temi dei precedenti brani in una sorta di overture (Il pazzo e nella mia testa tu manovri la lama e governi il cambiamento).
Ed ecco alfine la vera fine Eclipse (che avrebbe dovuto anche essere il titolo dell’LP) un giro armonico ripetuto più volte in crescendo che porta la suite al climax, con la chiusura che riprende i temi di Speak to me (E tutto dovrà venire e tutto il sole è in armonia ma il sole è eclissato dalla luna)
OTHER STORY
La storia narra che l’idea di utilizzare un prisma sulla copertina del LP venne durante una sere di discussioni tra i componenti della band. Waters già provato dallo stress da rock star voleva qualcosa sulla pressione della vita moderna, la pazzia dell’ambizione… e il triangolo è il simbolo dell’ambizione. Wright voleva qualcosa di più disegnato, qualcosa, come diceva lui, di più stilizzato che in passato. La parte delle luci dello show dei Floyd era il pezzo forte dell’esibizione e il prisma sembrò una buona via per mostrare tutto questo, ed essere nello stesso tempo più grafico possibile. E riguardo le piramidi: “Una larga rappresentazione del triangolo è la piramide …forse potrebbe essere stato una sorta di testamento della pazzia”.
Ed ecco che da una conversazione nella cucina di Wright il tastierista butta li l’idea del prisma su sfondo nero.
E’ nata una delle icone del rock, un icona ambita, copiata, collezionata, storpiata.
MA ANDIAMO A CURIOSARE
Partiamo da una curiosità tutta italiana, il mistero delle date sui vinili.
E si in quella parte di vinile alla fine dei solchi dove solitamente viene impresso a fuoco il codice del disco gli LP italiani dei Floyd riportano una data, a volta diversa da lato a lato e un numero romano. Alla EMI non sono mai riusciti a spiegarsi il perché di tale scelta, la mia copia riporta sul lato A 12-9-73 II e sul lato B 11-9-73 II, e quindi è una prima edizione del ’73, questo rende le edizioni italiani inconfondibili e abbastanza ricercate. Ma le stampe più belle e particolari sono quelle Coreane con copertina monocromatica stampata su cartone pesante e vinile grezzo e stampato male. Le copie del LP con monocromo verde o violetto sono bellissime. Ma esiste anche un edizione in bianco e nero con foto del gruppo sulla copertina. Le edizioni giapponesi invece si contraddistinguono per le OBI strisce di cartone colorato o bianco, messe sopra le copertine degli album per far si che il consumatore possa avere, solo in lingua giapponese, tutte le informazioni sul prodotto-disco. Le foto dei Floyd tratte dalle OBI sono una rarità, prese sempre nei tour promozionali del gruppo nella terra del sol-levante. Edizioni ricercatissime sono quelle dell’UHQR e i dischi della M.F.S.L. americana, sono LP detti Super Halfspeed Master, a tiratura limitata di sole 5.000 copie numerate, prodotti detti O.M.R. (Original Master Recording) stampati nel maggio del 1981 su un nuovo tipo di vinile ad alta qualità. Ricercata è anche l’edizione Svizzera della Silva. La prima edizione promozionale Argentina aveva un adesivo con la scritta “El lado oscuro della lune Pink Floyd”, e un adesivo tondo con la scritta “Convivencia sagrada” sottoetichetta della Harvest. L’edizione Australiana stampata in occasione del tour del 1988 è in vinile rosa e sulla copertina ha un adesivo che lo segnala. L’edizione del 1979, realizzata in Corea “Under license from EMI by OASIS RECORDS”, è una stampa particolare che non include le canzoni “Us & Them” e “Brain Damage”. Un altra edizione coreana riporta i titoli delle canzoni in maniera errata “Brea the” e “The great giginthe sky”.
La prima edizione dell’ Amiga uscita nella Germania Est sul retro porta la storia dei Floyd, il prisma è rovesciato e lo sfondo è bianco. Addirittura un edizione Giapponese della Toshiba record ha in copertina una foto live dei Floyd presa in Giappone. Un edizione per la Germania e l’Olanda è in vinile bianco. La prima edizione russa ha il prisma che tiene quasi tutta la copertina. Un edizione Spagnola in picture disc, tiratura limitata, mostra il prisma bianco con i raggi sul davanti, le piramidi sul retro, insieme ai titoli dei brani ed alle informazioni del disco, la seconda facciata finisce alla fine di “Brain Damage” e non include la canzone “Eclipse”, benché presente nei titoli, sul retro c’è anche il marchio della S.G.A.E. e il logo della EMI-Harvest.
Un edizione a tiratura limitata americana è in picture disc, realizzata su una speciale copertina non apribile con aperta al centro per mostrare il picture disc, stampato nel 1978, mostra l’elettrocardiogramma su un alto e il prisma che rifrange i raggi di luce sull’altro. Ci sono addirittura delle dizioni che non si è certi esistano: BELGIO – Harvest Records, 4C 063-05249MALESIA – ???, ???, copertina non apribile, etichetta rossa PORTOGALLO – EMI/Harvest, 11C 064-05249.
Em
Link: galleria di versioni della copertina dal sito dello studio Hipgnosiscovers