Dovrei far parte della Confraternita del Pesto, o della Focaccia con le Cipolle, o del Bagnun che si mangia a Riva Trigoso. Invece, eccomi sostenitore del Tortello Cremasco, della cui Confraternita sono socio. Troppo lunga, o troppo breve (basta una parola: Roberta; due se si aggiunge il cognome: Schira), la storia che mi ha portato ad apprezzare questo piatto conosciuto solo a Crema e dintorni; persino a Milano, dove puoi mangiare un armadillo (dico per dire), il tortello ripieno di amaretti, mentine, cedro, mostaccino – un particolare biscotto -, uvetta candita e altri ingredienti, che galleggia con i suoi fratelli nel burro e nel formaggio grana (Padano per bontà e aderenza territoriale), il meraviglioso tortello, non lo mangi in nessun luogo della metropoli. Così scrivevo in una Camomilla di due anni e mezzo fa, che ripubblico in accompagnamento al post, condiviso dalla pagina di Anna Maria Mariani, ora a Torino con Roberta alla convention (si può dir così) delle Confraternite.

Così postò sulla sua pagina Facebook nei giorni corsi Antonio Bozzo, Monsieur del Giornalismo Italico

sm

(Visited 42 times, 1 visits today)