Cesare Fogliazza (nel suo pantheon calcistico, tra gli altri: Ariedo Braida, Ausilio, “Tom” Ghirardi e il leggendario, compianto Erminio Favalli) è uomo di mondo abile a muoversi tra le variegate pieghe di questo folle, scalmanato footballshowmoderno eppure, fare calcio a Crema, pure per lui, nonostante la promozione in Seconda Divisione del maggio scorso, come in passato lo era stato per tutti i suoi predecessori è materia conosciuta, ma ostica. Intanto per garantire, economicamente parlando, l’annata sino al prossimo mese di giugno, nelle scorse settimane, l’ex vicepresidente della Cremonese (il suo calcio era diverso da quello che voleva e vuole il Cavalier Giovanni Arvedi) per far fronte ad un mancato introito riguardante il forfeit (parziale o totale ?) di alcuni sponsor ha messo mano al suo portafoglio sistemando i conti, ergo Chapeau! In buoni rapporti coi poteri forti calcistici, Fogliazza pur con qualche fisiologica sbavatura (la mancata conferma di Roberto Venturato, o il non averlo subito sostituito con mister Aldo Firicano e la mancanza, nell’organigramma societario di “cannibali” carismatici alla Lord Max Aschedamini) sin qui ha fatto bene e merita fiducia, del resto per la realtà cremasca, la Lega Pro unica che sarà, altro non è che la vecchia serie C unita che fu, quindi trattasi di traguardo meraviglioso, ma appunto epocale.
Purtroppo il trasferimento studiato d’ufficio, datato 2012, del Pizzighettone sulle nostrane rive del fiume Serio, se da un lato ha di fatto salvato quel che restava delle macerie del Pergo, dall’altra parte, tale reincarnazione programmata, beh dagli appassionati calcistici (gente esigente, dal palato fine e difficile da accontentare) cremaschi non è stata assimilata del tutto e probabilmente, mai (lo stadio Giuseppe Voltini si svuota progressivamente e malinconicamente) lo sarà. Bisogna poi considerare, spostando l’attenzione sul football giovanile di come, le tante (troppe?) compagini attive in città e hinterland, rendano tormentato il rilancio globale del vivaio gialloblù… che la quantità dà sostanziale grammatica, ma toglie esistenziale poesia. Insomma, riqualificare la Pergolettese (ma Pergocrema suona sempre meglio) è affare complicato, stratificato e ostico, certamente qualora il buon mister Aldo Firicano (sa il fatto suo) riuscisse a mantenere, Bardelloni e soci nel calcio professionistico le cose si semplificherebbero; in caso contrario, tutto si complicherebbe maledettamente rendendo plausibili scenari oggi imprevedibili e inquietanti.
In tal senso il muso lungo, tirato, stanco e malinconico di Cesare Fogliazza (è lui il deus ex machina del club) è emblematico, preoccupante in prospettiva. Certe vipinterviste e certi commenti in auge nei vivaci salotti calcistici cittadini, così come gli atteggiamenti voltagabbana di alcuni attuali calciofili apparentemente vicini, ma non troppo al pratico Cesarone, smuovono l’acqua stagnante, ma alla lunga potrebbero causare smottamenti. Crede dunque nella salvezza del Pergo il buon Cesare, ma dovrebbe iniziare a guardarsi le spalle (qualche dirigente inizia a sparlare troppo) e una telefonata a ex dirigenti quali Massimiliano Aschedamini e Barbara Locatelli o al sostenitore sincero Agostino Alloni potrebbe giovare alla causa.
Stefano Mauri