Medico pneumologo in servizio presso l’unità Centro Covid 19 di Crema (provincia di Cremona), insieme ad un gruppo di infermieri, la dottoressa Alessia Edallo cura, segue in presa diretta  i positivi in sofferenza e i malati di coronavirus a casa loro. La prima ondata del maledetto virus l’ha invece vissuta in corsia, presso l’ospedale Maggiore cremasco. E’ quindi in trincea contro il maledetto virus da una vita Alessia Edallo.

“Storie di vita e di speranza” è il suo secondo libro, segue “100 giorni di Covid – 19 per non dimenticare”. Con lei, in questi giorni caratterizzati dalla ripresa dei contagi abbiamo scambiato quattro chiacchiere…

Come vanno le cose?

Aumentano le segnalazioni domiciliari di positività e i malati da seguire purtroppo. La stagione invernale poi non aiuta.

E’ vero che i casi gravi sono soggetti non vaccinati?

Sì e fatemi ribadire che vaccinarsi è importantissimo è l’unica strada per non rischiare di ammalarsi seriamente.

Ma rispetto a un anno fa la situazione è cambiata?

Conosciamo maggiormente la malattia e siamo più organizzati, i vaccini fanno l’effetto che devono e i casi gravi oggi fortunatamente sono meno, in relazione a dodici mesi fa. Ma occorre tenere la guardia alta, il momento è delicato.

Arriveremo un giorno a intravedere la strada per uscire definitivamente da questo incubo?

Finché rimarrà un numero elevato di non vaccinati, l’uscita dal tunnel rimarrà lontana.

Non mi aspettavo così tante persone, soggetti anche intelligenti e preparati, senza vaccino. Quando ahimè incappano nella malattia piangono e si chiedono il perché di tanta sofferenza, ma ripeto, la percentuale no vax rimane incredibilmente elevata.

Entrate nelle abitazioni degli ammalati che non necessitano di ricovero che situazioni trovate?

Oltre al supporto medico ci chiedono conforto, aiuti pratici e sostegno psicologico. Spesso ci imbattiamo in persone sole, uomini e donne che faticano, non potendo uscire e non avendo magari parenti prossimi e vicini, a trovare generi di prima necessità. Umanamente il nostro lavoro è importante, siamo un gruppo unito pronto a lavorare 7 giorni su 7 senza guardare agli orari. E i giovani che lavorano con me hanno una voglia incredibile di lavorare per gli altri.

In “Storie di vita e di speranza” c’è tanto del tuo impegno professionale quotidiano, giusto?

Esattamente … racconto le storie di persone, costrette in casa dal Covid tra difficoltà, sofferenza, paura e tantissima speranza.  

stefano mauri

 

 

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