Il novecento fu un secolo straordinariamente complesso. In esso si miscelarono con alterne fortune rivoluzioni e reazioni, anni di violenza e di pace, ricchezza sfrenata e sofferente miseria. All’interno di questo poliedrico e complesso quadro storico e socioculturale il 1953 fu, senza dubbio, un anno estremamente significativo per la cultura occidentale (e non solo). Il 5 marzo 1953 moriva in circostanze mai chiarite il sanguinario leader dell’Unione Sovietica Joseph Stalin (1878 ca. – 1953) a cui successe, quale segretario del Comitato Centrale del Partito Comunista dell’Unione Sovietica (PCUS), dopo un periodo di relativa anarchia politica, Nikita Sergeevič Crhuščëv (1894 – 1971) il quale, tra alterne fortune e vicissitudini politiche, smantellò il violento apparato coercitivo grazie al quale Stalin era riuscito a mantenere il potere per quasi trent’anni. Il 19 giugno del 1953 vennero giustiziati presso il penitenziario di Sing Sing (New York), mediante sedia elettrica, i coniugi comunisti (di origine ebraica) Julius e Ethel Rosenberg accusati di spionaggio internazionale. La democrazia americana, ancora una volta (si pensi al passato caso degli anarchici italiani Nicola Sacco e Bartolomeo Vanzetti), aveva abdicato in favore dell’odio e della paura condannando a morte degli innocenti. Il 26 luglio del 1953 alcuni rivoluzionari male armati e male equipaggiati, guidati da un’allora sconosciuto Fidel Castro, assaltarono la caserma Guillermo Moncada presso la città cubana di Santiago: era iniziata la rivoluzione castrista che porterà nel 1959 al rovesciamento del dittatore Fulgencio Batista (1901 – 1973) e alla nascita della Repubblica Socialista Cubana. Il 27 luglio del 1953, dopo lunghe ed estenuanti trattative, venne firmato l’armistizio tra la Corea del nord (filo-comunista) e la Corea del Sud (filo-statunitense) mettendo fine ad un conflitto che stava insanguinato l’intera penisola coreana dal 25 giugno 1950. Milioni di morti servirono solamente a ribadire le medesime competenze territoriali e politiche vigenti precedentemente lo scoccare delle ostilità. Il 12 agosto del 1953 l’Unione Sovietica, presso il poligono di Semipalatinsk (Kazakistan orientale), collaudò la prima bomba atomica a fusione nucleare raggiungendo una potenza distruttiva venti volte superiore a quella raggiunta dall’ordigno atomico a fissione nucleare utilizzato dall’aviazione statunitense durante il bombardamento della cittadina giapponese di Hiroshima del 6 agosto 1945.

Jacopo Leone Bolis

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