Il prossimo appuntamento con la prosa del San Domenico è per l’8 aprile con l’atteso ritorno del capolavoro di Italo Svevo La coscienza di Zeno, diretto da Maurizio Scaparro. Un romanzo spinto nel territorio del teatro in un adattamento di Tullio Kezich del 1964, che lo ha trasformato in una acutissima commedia, divertente e malinconica.

Il ruolo del protagonista è affidato a Giuseppe Pambieri, attore tra i più versatili del nostro teatro, che tratteggia il suo personaggio con tocchi insieme ironici e meditativi. Nella prefazione del libro di Ettore Schmidt, questo è il vero nome di Svevo, il sedicente dottor  S. ( è una vaga allusione a Sigmund Freud?) dichiara di voler pubblicare “per vendetta” alcune memorie, redatte in forma autobiografica, di un suo paziente, Zeno Cosini, che si è sottratto alla terapia. Gli appunti dell’ex paziente costituiscono il contenuto del libro.

Pubblicato nel 1923, il romanzo di Svevo introduce l’aspetto tutto novecentesco dell’introspezione. L’autore affronta un viaggio nella mente umana, un percorso nella malattia e nella cura; ci parla dell’insoddisfazione e dell’inquietudine dell’uomo che si percepisce come corpo estraneo della società, fornendo il ritratto di un’epoca e, insieme, quello di un’umanità senza tempo. La complessa figura del protagonista è restituita da Pambieri con una patina ironica molto convincente. L’azione è incorniciata nella bella scena liberty di Lorenza Cutùli e lo spettacolo risulta elegante, ben costruito, e offre una limpida lezione di stile per quanto attiene al significato del realismo e del teatro di parola. Nel protagonista convergono tratti umoristici, ironici e drammatici, atteggiamenti buffi e goffi, momenti seri e composti che Pambieri sa rendere in ogni sfumatura., Scaparro, è uno dei maestri del teatro italiano e internazionale e in questo lavoro sa cogliere con intelligenza l’attualità del testo con una regia elegante, raffinata, di grande felicità visiva e il risultato è uno spettacolo davvero suggestivo.

I tratti salienti di Zeno sono l’umorismo e il suo rapporto conflittuale con il tempo. E il tempo è rappresentato da smisurati orologi che dominano i salotti borghesi pensati da Cutùli e nelle musiche di Giancarlo Chiaramello, particolarmente ritmate. quasi a scandire i diversi momenti dell’azione. Accanto a Pambieri recitano Nino Bignamini, e Giancarlo Condè, coadiuvati da Silvia Altrui, Livia Cascarano, Guenda Goria, Marta Ossoli, Antonia Renzella, Raffaele Sincovich, Anna Paola Vellaccio, Francesco Wolf. Un cast di tutto rispetto.  I costumi sono  di Carla Ricotti. A martedì 8 aprile, dunque.

Eva Mai

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