Grande kermesse, lunedì 14, al San Domenico per Banca Mediolanum, Sala straripante per una serata di danza con una star speciale: Simona Atzori, con la sua compagnia: dua ballerine, Maria Cristina Paolini e Beatrice Mazzola, e due ballerini del Teatro alla Scala di Milano. Un bel programma eseguito alla perfezione, per l’entusiasmo del pubblico che gremiva la sala, affollata fino all’inverosimile . Applausi a scena aperta, spettatori in delirio.
La qualità dello spettacolo, molto piacevole, é di prima grandezza. La Atzori volteggia come una farfalla e precipita in spaccate vertiginose, come noi respiriamo: per lei è la cosa più naturale del mondo, come le sembra ovvio vivere, dipingere, scrivere e ballare divinamente, ma priva delle braccia dalla nascita. E’ nota in ogni parte del mondo per le sue performance e il suo nome è sempre di grande richiamo. In programma i seguenti brani:Carillon, (From “For a Few Dollars More”), di Ennio Morricone; Ave Maria, di Fabrizio De Andre’; Over the Green Fields, di Ji Pyeongkyeon; Gattaca-The Departure, di Michael Nyman; Il Mostro, di Ashram; I miei complimenti, di Marina Rei; In the Mood for Love, di Yiumejis; Nada te tube, di Marco Frisina; Romeo e Giulietta, di Nino Rota; The Butterfly, di Celtic Woman; Adagietto, di Mahler; Imagine, di Sam Tsui & Ahmir; Halleluja, di il Divo, tutti eseguiti con perizia consumata e tanta poesia. Preparatissimi i ballerini hanno interpretato le pagine musicali regalandoci una girandola di emozioni, sia per la tecnica impeccabile, sia per l’abilità espressiva.-
In omaggio all’ospite d’onore, la Atzori, si sono esibite anche le piccole allieve dell’Accademia di Danza delle Acli, con una graziosa coreografia resa con bravura divertita e sorridente. L’incontro, aperto da un ottimo buffet, si è concluso con una breve intervista con Simona Atzori, che con cordiale disponibilità ha esposto la sua filosofia di vita, già presentata nel suo primo libro, dal titolo CHE COSA TI MANCA PER ESSERE FELICE? (MONDADORI 2011). E’ singolare e sorprendente la naturalezza con cui questa brava artista affronta il discorso sul suo destino; dice infatti, con candore, “Le mie braccia? Le ho dimenticate in cielo” Con la vendita del libro, Simona contribuisce ad aiutare una comunità che si dedica a bambini bisognosi. La scrittrice ha firmato tutti i volumi, scrivendo col piede. Lei fa tutto con una profonda serenità, sorridendo perennemente. Infatti a un certo punto della sua vita ha espresso questa dichiarazione programmatica:”Ho deciso che sorriderò sempre.” ed è contagiosa. Il sorriso è il suo inno alla gioia e alla vita stessa, che lei vive con tanto amore verso gli altri, verso l’arte, verso il Cielo che l’ha voluta così. Interminabili i caldi applausi e assolutamente meritati. Tutti bravi guidati da una regia agile e svelta che ha reso la performance leggera e graditissima.
Eva Mai