A proposito di pasta, da un sacco di tempo ho in testa una filippica che poi, per un motivo o nell’altro, non ho mai messo per iscritto. Anche perché ce l’ho con una frase che probabilmente ho detto qualche volta anch’io, me ne prendo piena responsabilità, e qualche volta sicuramente qualche amico con cui però ora, non venendomene in mente nessuno, non rischio di entrare in polemica o peggio di dar l’impressione di rivolgermi direttamente a lui. Anche perché non è mica una cosa seria, è una sciocchezza, ma per esperienza le sciocchezze hanno molta più probabilità di esser prese sul serio delle cose serie.
Vengo al succo: molte volte avrete sentito dire, o detto voi stessi, che ‘fare la pasta al pomodoro buona’ è difficilissimo. Ecco, smettiamola tutti. Non è vero: fare la pasta al pomodoro buona è una cagata per chiunque abbia un livello anche infimo di familiarità  con la cucina. Prendi il pomodoro buono, l’olio buono, il sale, e poi se vuoi l’aglio l’olio e il basilico, o sennò anche nulla, fai cuocere tutto a fuoco lento e passi o frulli: hai fatto una pasta al pomodoro buona. Non c’è nessunissima possibilità che non sia buona, a meno che il pomodoro non lo fosse, ma allora hai contravvenuto alla prima regola, oppure che ti sia partito troppo sale, o troppo poco. Fine della pasta al pomodoro buona.
Poi certo, può anche essere molto buona se sei più bravo, buonissima se vuoi pelare i pomodori e farli abbrustolire a metà sul fondo della padella, o passarli in forno, o aggiungere quelli secchi, o usare le più stracazzose abilità di chef o di nonna per fare la pasta al pomodoro piu buona del creato che Dio ti fulmini se non lo è. Ma questo non significa che non fosse buona, anche se meno, quella prima.
Io so perché si dice quella frase lì: perché si avverte il bisogno di lusingare il semplice e di nobilitare la semplicità. Non ce n’è nessun bisogno, la pasta al pomodoro non è nobile, non ha il sangue blu, e quindi non è esclusiva: se esiste il nobile esiste anche il suo contrario, escluso quindi dal privilegio. La pasta al pomodoro è proprio l’opposto. È popolare e democratica, perché la possono fare tutti e se la dovrebbero poter permettere tutti, è buona perchè è semplice, è bella perchè è vera, lineare, accessibile. Il suo valore sta proprio al contrario della nobiltà.
Altre cose sono difficili: fare la pasta buona, un applauso ai pastai. Coltivare un pomodoro buono: un applauso ai contadini. Soprattutto è difficile inventare una combinazione tra ingredienti a cui nessuno aveva mai pensato prima: un applauso a chi l’ha cucinata per la prima volta. A tutti noi che la facciamo tutti i giorni invece non servono complimenti, siamo tutti uguali, fortunati abbastanza a poter godere di un pane quotidiano così buono e semplice, e buono perché semplice.

Così postò via social Lorenzo Biagiarelli da Cremona, Food Blogger, viaggiatore e Social Chef.

stefano mauri

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