“Cambiamenti?” A rischio e pericolo: Beppe Torresani, “Decano” dei giornalisti Cremaschi scrive la sua dopo le Europee

“Cambiamenti?” A rischio e pericolo: Beppe Torresani, “Decano” dei giornalisti Cremaschi scrive la sua dopo le Europee

L’appuntamento dell’8 e 9 giugno u.s. è avvenuto ed è ormai noto il risultato. Parto con la “campagna” che ha preceduto tale evento. Mai visto uno svolgimento senza passione o sussulti. Gli argomenti trattati dovevano riguardare le europee, invece è prevalsa l’ossessione dei cambiamenti, mirando a colpire Mattarella, sempre inviso alle destre e andando quindi contro la nostra Costituzione. Di qui discussioni infinite sul premierato del Capo della Repubblica, sulle modalità per eleggerlo, togliendogli diversi poteri per assegnarli al Presidente delle Regioni. Tutto ciò, probabilmente, ha aumentato l’astensionismo, nell’occasione con il record sotto il 50%. La gravità del fenomeno non è nemmeno stata colta dai politici che sembrano fregarsene (mi scuso per l’espressione poco garbata). Questa è la premessa negativa. Entrando nel merito è incontestabile la vittoria (28,8%) di Fratelli d’Italia, con la signora Meloni superstar, abile nel tenere alta la sua immagine pubblica. Però restando nella stessa compagine si registra la batosta della Lega di Salvini piombata al 9%. Posso immaginare eventuali conseguenze conoscendo i personaggi sulla scena. Di mezzo alle due forze si trova il PD (24,1%), come secondo in graduatoria. Piuttosto snobbata dalla stampa Schlein al debutto come guida dei democratici può ritenersi soddisfatta, specialmente se fosse vero l’apporto giovanile che ha consentito la perentoria sferzata: “Giorgia, stiamo arrivando”.  Quanto ai forzisti d’Italia (9,6%), pronosticati morituri, respirano ancora sulle ceneri di Silvio Berlusconi. Non condivido modalità del genere; avrei lasciato il “Cavaliere” per eccellenza fuori da ogni tensione, salutandolo con un rispettoso e pietoso “parce sepulto”. Ed i pentastellati? Finché l’enigmatico Conte non si decide a scegliere con chi stare, è costretto ad arrancare (stavolta è al 10%). Peggio è capitato a Calenda e Renzi con Stati Uniti d’Europa (3,8%), perché fuoriuscire dai partiti delle origini per formarne uno personale non rende. Meditate strateghi, meditate. Adesso c’è da aspettare la ricomposizione dei componenti del Governo in carica. Anch’io, pur essendo convinto europeista sin da giovane studente (all’occhiello della mia prima giacca avevo un distintivo con una E maiuscola in giallo su campo verde) ho delle riserve da fare sull’attuale Europa. Intendiamoci, con moderazione: qualche ritocco, eventuali aggiornamenti, piccole riforme, mentre mi preoccupano questi destrorsi che vorrebbero distruggere qualsiasi forma di Europa. La mia visione insomma è quella dei padri fondatori. La sera della vigilia delle elezioni ho seguito e gustato in tv il concerto musicale diretto dal magico Riccardo Nuti che, prima di concludere, dixit: un’orchestra ha molti strumenti, ognuno con il proprio suono, ma trovando l’intesa creano impareggiabili armonie. Ovviamente dirette con competenza. Chi vuole intendere…Senza personalizzare il riferimento ad personam, sarebbe questo il mio unico ricambio, a patto che vada bene per le Nazioni incluse nello stato unito della nuova Europa e dei loro popoli. Altresì non mi sento tranquillo quando, per ingordigia, queste destre dicono di poter governare per trent’anni. Mi permetto di ricordare un ventennio di regime fascista, finito con gi obbrobri macabri di Piazzale Loreto a Milano. Purtroppo di “fascisterie” ce ne sono ancora con camerati d’antan. Sono pure stanco degli slogan di falso patriottismo “siamo l’Italia”. Prima fatti e non parole. Poi potremo cantare “la Storia siamo noi”. In pace, senza rischio e pericolo di perdere la libertà o i diritti sociali, vivremmo sicuramente in un mondo migliore.

 

Beppe Torresani, Giornalista

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