Lilluccio Bartoli, fotografo cremonese, esperto, ricercatore appassionato di storie, gastronomiche e tradizioni (ha una cultura, in materia lucida e vasta) cremonesi e globali, soprattutto è un oste (politicamente scorretto e schietto) dell’anima che cucina, tra le mura della sua spettacolare Casa – Mausoleo, per amici e pochi intimi. In quel di Ognissanti, frazione di Pieve San Giacomo, Lilluccio, personaggio incredibile, da sempre coltiva con assaggi e studi, la passione, appassionata, per i fornelli e ha creato e curato, rubriche di gastronomia (ne scrive dagli anni Ottanta) per giornali ed emittenti televisive… Un suo motto? “Dove finisce il mio indice inizia una macchina fotografica. Come fotografo so mettere a fuoco, come sul fuoco”.

Come vedi il futuro della cucina tradizionale?

Tempo fa ero in pizzeria e praticamente tutte le pizze in cucina uscivano con le patatine fritte. Il pizzaiolo a mia domanda sul perché dell’infausta tendenza, mi rispose che una volta, così, le volevano solo i bimbi, mentre ora pure i genitori. Ebbene, evidentemente, qui papà e mamma, erano quei bimbi di una volta. Ergo, lo vedo nero, nerissimo il futuro delle tradizioni. Una volta a Cremona, c’erano molte trattorie che servivano trippe. Oggi il piatto tradizionale, praticamente è sparito. O meglio, lo troviamo in quel tesoro, o meglio, gioielleria della Bottega Cazzamali di Romanengo. Se non si insegna ai piccoli cosa e come mangiare, questi non avranno mai le basi. E l’industria alimentare, ahimè sarà sempre più libera nel divulgare la sua omologazione standard dei prodotti. La standardizzazione non è qualità, veste tutti uguali e forgia quella che io chiamo la non cultura da Nefast Food attenta solo ai numeri, alle vendite. Sai che ho visto gente stupirsi del fatto che un Lambrusco senta di uva pigiata e meravigliarsi poiché trovano, dal fruttivendolo, pomodori maturi? Ah … come siamo messi!

Che ne pensi dei vari, tanti Talent Show televisivi dedicati alla gastronomia?

Sono eccessivi e le cose belle capitano e si mangiano invece con parsimonia. Capito? Ricordate? Gualtiero Marchesi si faceva vedere con parsimonia.

Tortelli Cremaschi o Marubini?

Entrambi, non farmi scegliere.

Il tuo posto nel cuore, a tavola, nel Cremasco?

Antonio Bonetti e il Bistek erano il faro della cucina padana. Ho buoni ricordi comunque pure Da Bassano a Madignano, al Quin a Crema che però oggi ha chiuso e in quel di Bottaiano all’Osteria Zuffetti. Ah … recentemente mi ha favorevolmente impressionato il Rosary a Quintano. Ma i Tortelli Cremaschi per come li intendo io, più maestosi e densi di storia rispetto ai Marubini cremonesi, restano, per ora, quelli dell’amico Antonio Bonetti.

 E quello cremonese?

L’agriturismo La Cascina di Breda de’ Bugni a Castelverde quando era animato da Milena Miglietto.

Così parlò Lilluccio, OsteFotografo che vede e fotografa cose che noi comuni mortali manco immaginiamo e, che parla (di cibo) e cucina la tradizione come solo lui (ben) fa e sa.

stefano mauri

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